lunedì 30 maggio 2011

Luigi Ganna, Il romanzo del vincitore del primo giro d'Italia

































Luigi     Ganna 

il romanzo del vincitore

del    primo    giro   d'   Italia



















Siamo nel 1898 a Milano,  il generale Beccaris, in seguito a  continui disordini, era arrivato al punto di  vietare l'uso  delle  biciclette in tutta la provincia di Milano.   Tale decreto  ammoniva : " I contravventori  saranno arrestati  e deferiti al tribunale di guerra."
Parecchi erano finiti in gattabuia.
Un ancora giovane  Montanelli, fù anch'esso contagiato, ed essendo  cosi'  entusiasta della bici, scrisse in un suo articolo che gli Etruschi  non conoscevano le  biciclette, ma se le avessero  conosciute,  ne avrebbero messa una  nelle loro  tombe.
L'ostilità verso la bicicletta, allora chiamata velocipede, era alquanto diffuso.









Nel 1900, qualcuno osò scrivere che  la bici era il veicolo  più rapido  sulla via della delinquenza, perchè  secondo quel qualcuno, la passione del pedale  alla fine trascinava sempre  al furto ed alla truffa.

Addirittura nel 1909, la Conferenza Episcopale Emiliana, per i preti sedotti  dai pedali, confermava il bando totale alle biciclette.

Cosi' che don Cesare Angelini, con grande nostalgia scriverà questi bellissimi versi :

-  "  tardi ti ho conosciuta
       o eccitante bellezza di centauro,
       ed il piacere che dai;
       il diletto di una partenza nel vento che mi
       investe e lava d'ogni stanchezza.
       Ch' io tocchi la mia rondine d'argento,
       ed io ritornerò giovane ancora. "


Ho recentemente letto il libro su Luigi Ganna, come da illustrazione :

" Il romanzo del vincitore del primo  Giro d'Italia 
del 1909 ",   di Claudio Gregori, 

che vorrei tanto consigliare  agli amici ciclisti non più giovani,  è un romanzo entusiasmante dei tempi eroici del ciclismo, quando le strade  non erano strade ma  ruscelli di fango, quando la partenza delle  corse, per la loro lunghezza, veniva  data  di notte in quanto  le gare in linea, potevano  superare anche  i 500 - 600 Km. ininterrotti. 

Un  libro piacevole  che  si legge tutto d' un fiato, e per quei pochi che forse seguiranno il mio consiglio, auguro una piacevole lettura.





3 commenti:

  1. Non sapevo che la bici fosse considerata da certuni un mezzo che portasse alla delinquenza. Se fossero vivi adesso cosa direbbero???
    Ciao Giuseppe, mi fai scoprire sempre cose nuove.
    Roberto

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  2. Ciao Roberto,
    ti ringrazio, sei sempre molto gentile
    un saluto, giuseppe

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  3. Grazie per i tuoi puntuali e spiritosi commenti, ma non mi sono fatto la barca; "sono in barca" tutto l'anno !!
    Ciao.

    RispondiElimina

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