lunedì 30 luglio 2001

BORMIO - PASSO STELVIO - UMBRAIL PASS - SANTA MARIA IN MONASTERO - OFFEN PASS - LIVIGNO - PASSO FORCOLA - PASSO BERNINA - S MORITZ - CHIAVENNA



















Vacanze  in  bicicletta


Estate    2001



Con questo viaggio, intendo completare un itinerario ideale che avevo interrotto a Bormio nell'estate del 1995 a causa del persistere del brutto tempo. Infatti dopo dieci giorni ininterrotti di pioggia , tutti i miei capi di vestiario si erano praticamente ridotti all'osso per cui decisi saggiamente di rinunciarvi e di far ritorno a casa col proponimento di ritentare in un periodo più favorevole, meteorologicamente parlando. Infatti, in origine era stato cosi' concepito :


 
Prima Tappa Partenza da Colico, Aprica, Ponte di Legno
 
Seconda Tappa Ponte di Legno sino alle pendici del Gavia
 
Terza Tappa Passo Gavia, Bormio
Quarta Tappa Bormio, Passo dello Stelvio, Prato allo Stelvio
 
Quinta Tappa Prato allo Stelvio, Passo Stelvio, Santa Maria in Monastero
 
Sesta Tappa Santa Maria in Monastero, Livigno
 
Settima Tappa Livigno, Saint Moritz, Chiavenna con rientro a Colico
 
Considerando che lo Stelvio, dal versante più esaltante è stato da me scalato in giornata lo scorso anno, ora non mi rimane che riprendere il discorso da Bormio per dirigermi verso  Santa Maria in Monastero.
Preparo quindi il mio tour durante i primi di Luglio, da effettuarsi verso la fine di Luglio facendo molta attenzione alle previsioni del tempo. La decisione è quindi per lunedi' 30 Luglio. La notte come sempre prima di una partenza, è sempre un agitata, pensando agli impegni che mi aspettano nei prossimi giorni. Parto da casa alla 3,30 in piena notte, Claudio mi accompagna alla stazione Centrale di Milano ed alle cinque in punto parte il treno per Tirano/Bormio. Il viaggio in treno è molto tranquillo e quasi senza accorgermi mi ritrovo a Tirano, dove alla stazione mi attende un torpedone che mi accompagnerà fino a Bormio e da qui' ha inizio il mio viaggio.




Prima tappa 


Lunedi   30  Luglio 


Bormio   /  Santa  Maria  in  Monastero   Km.    53 
 
Prima di affrontare la salita allo Stelvio consumo un leggero spuntino e poi.....parto.
Dopo le primissime pedalate, la tensione che ho accumulato durante gli ultimi giorni di affannosi preparativi, immediatamente si dissolve e con calma, col mio passo regolare do inizio ad una nuova ed emozionante avventura in bicicletta.
I primi tornanti sono, come si suol dire, per fare la gamba, per riscaldare i muscoli e poi via via sempre più su. Con il carico che mi ritrovo, il procedere è abbastanza lento e faticoso, però non sono costretto, è una mia libera scelta per cui giù la testa e spingere. Ad intervalli regolari mi fermo per le solite foto ricordo, con un simile paesaggio non posso farne a meno, ed anche per alimentarmi. Quando si intraprendono questi viaggi, bisogna avere l'accortezza di alimentarsi continuamente e sopra tutto ingerire liquidi , all'occorrenza anche controvoglia, guai a farsi prendere dalla crisi di fame o di sete, come minimo ci si rovina la giornata e di conseguenza tutto il programma. La giornata è limpidissima, il cielo è terso e fa molto caldo. Ho la sensazione di fare molto più fatica nel salire, rispetto alla salita fatta nel '95, quando feci il medesimo tragitto, però a pensarci bene, in quell'occasione non avevo i bagagli appresso e poi avevo anche sei anni in meno, e non c'è dubbio che si sentono. Finalmente in lontananza vedo la casa cantoniera dove praticamente c'è il confine tra Italia e Svizzera. Questi ultimi Km sono molto sofferti, stringo i denti e la raggiungo;











da questo punto mancano solo tre Km al passo dello Stelvio, ma io devo prendere la deviazione a sinistra e proseguo ancora per poche centinaia di metri fino a scollinare l' Umbrail pass m.2502, in territorio svizzero.
Ora ho davanti a me ben sedici Km di discesa, a tratti molto ripida che cerco di effettuarla a velocità ridotta alfine di godermi al massimo lo stupendo panorama che mi attornia. Dopo essermi inoltrato in territorio svizzero, ho la sensazione di un repentino cambiamento dell'ambiente. Il traffico che prima era decisamente sostenuto, ora è pressochè scomparso e la tranquillità regna sovrana, l'ambiente sembra incontaminato. La pendenza all'inizio è molto elevata e poco dopo inizia un lungo tratto di strada sterrata per quasi cinque Km e devo fare molta attenzione per evitare fastidiosissime forature. In lontananza vedo il caratteristico paesino di Santa Maria , dove pernotterò .











In pochi minuti lo raggiungo, visito il centro tipico della Svizzera interna, le case costruite tutte col medesimo stile indipendentemente dall'anno di costruzione e l'esterno delle stesse sono in parte ricoperte da affreschi e disegni geometrici regolari. Mi avvio al campeggio, una buona doccia, un buon riposo in tenda e poi scendo in paese per la cena. Un particolare molto curioso è che salendo lo Stelvio non ho pressochè trovato nemmeno una di quelle mosche fastidiose e cattive che solitamente puoi trovare sugli alpeggi adibiti a pascolo, mentre in questo piccolo paese sperduto tra le montagne, praticamente c'è una vera e propria invasione , al punto che mentre sto pranzando all'aperto, arrivano addirittura a sciami, non ho mai visto una cosa simile. L'unica spiegazione plausibile è che probabilmente il clima di questa vallata ha un tasso di umidità talmente alto, da richiamare questi fastidiosissimi insetti in gran quantità.





Seconda Tappa

Martedi' 31 Luglio

Santa Maria in Monastero / Livigno Km. 45

Dopo l'ascensione di ieri, oggi mi aspetta una tappa più riposante, immersa nel verde tra l'Engadina ed i Grigioni. Dopo una notte tranquilla, la sveglia suona alle sei e dopo i rituali lavori di pulizia personale e riordino bagagli, alle sette sono in sella.
Breve sosta in cafeteria /alimentari per acquistare generi di conforto per la giornata e sopra tutto per una abbondante prima colazione a base di freschissime broches ed ovomaltina. Riempio la borraccia presso la vicina fontana e parto. I primi duecento metri sono circa al 15%, è solo un breve strappo che però mi fa subito andare in affanno, ma poi la salita si fa più dolce . Ora devo affrontare la salita dell'Ofen pass per raggiungere Livigno lunga circa 14 Km e non dev'essere delle più terribili.
Il paesaggio, seppure molto bello non è ancora superlativo come penso lo sarà domani quando transiterò sul passo del Bernina. Scollino tranquillamente e mi accingo alla discesa di circa dieci Km e, con mia grande sorpresa, al termine della stessa mi ritrovo all'ingresso della galleria La Drossa a m.1710; è una galleria privata il cui passaggio è a pagamento e l'interessante è che c'è una corsia riservata esclusivamente ai ciclisti. La stessa è molto stretta , per cui il senso di marcia è unico ed alternato e la relativa lunghezza è di circa quattro Km. Come entro in galleria , dopo pochi minuti devo arrestare la mia marcia per dar modo a chi viene in senso inverso di effettuare il percorso. Quando la coda di macchine si esaurisce, riprendo la mia corsa e dopo aver sostato per tre/quattro volte all'interno della galleria, finalmente esco alla luce del sole e mi ritrovo una serie di gallerie anti valanga per altri dieci Km. Da questo punto, la strada inizia a costeggiare il lago artificiale " lago del Gallo " che mi accompagnerà quasi sino a Livigno. Man mano che mi avvicino si intravede la bellissima cittadina completamente immersa nel verde.











Anche qui' la giornata è ok e fa molto caldo, visito con calma il centro cittadino e subito mi incammino verso il campeggio di turno, molto ben ordinato , situato alla periferia della città.











Solita doccia, un breve riposino e faccio ritorno in centro per effettuare piccoli acquisti in quanto, Livigno essendo zona franca, su alcuni articoli si può risparmiare discretamente. Verso sera la ricerca di un buon ristorante per la cena ed a nanna, pensando alla giornata di domani che sarà la più lunga , quasi 120 Km e sotto l'aspetto paesaggistico sarà la più spettacolare.




Terza Tappa

Mercoledi' 1 Agosto

Livigno / Chiavenna   Km.  120 


            con  successivo  trasferimento in treno  da Chiavenna fino a Gallarate

La sveglia questa mattina è alle 5,30, anche perchè ieri sera alle nove ero già in tenda. Preparo tutta la mia mercanzia per il rientro a casa, alle sette sono in sella. Mi dirigo presso il bar adiacente il campeggio, ma purtroppo apre alle 7,30; per fortuna avevo fatto acquisti la sera prima, per cui ingoio a freddo un di carburante e via. Questa tappa in pratica è l'ultima mia fatica, sto partendo da una delle regioni alpine per eccellenza , la Valtellina, per raggiungere Saint Moritz con la soddisfazione di valicare due passi oltre i 2000 m. Fa un freddo cane, forse sugli 8/10 gradi e per giunta non ho i guanti di lana. I primi Km del passo della Forcola sono molto dolci, quasi in pianura. Trovo una mandria di mucche inerpicata sulla montagna, da questo punto si intravede il passo per cui mi fermo per una bella foto. Riprendo ed in breve raggiungo la parte soleggiata della montagna e mi fermo per scaldarmi un al sole ed anche per un breve spuntino. La salita prosegue con una pendenza costante fino quasi al passo. Questa salita ha una caratteristica particolare rispetto alle altre, non ha tornanti, praticamente è una lunga linea retta stagliata nella parete per quasi dieci Km e completamente esposta ad Est, ossia in pieno sole, mi ricorda molto la salita del Susten pass, fatta nel 94 in Svizzera. Scollino tranquillamente e mi ritrovo in un paesaggio decisamente mutato, non ancora comunque al top. La discesa è molto ripida per circa cinque Km fino in località La Motta. Qui' trovo il bivio, a sinistra si scende per Tirano, attraverso Poschiavo; a destra, molto più spettacolare , il passo Bernina con la cima del pizzo Bernina che svetta e domina la scena dai suoi 4049 m. A questo punto ho un leggero rilassamento ma purtroppo davanti a me ho ancora tre Km per raggiungere il passo che saranno i più sofferti di tutto il viaggio.









Tornante su tornante proseguo, e la pendenza è di circa il 10% e lo scenario muta di nuovo. Il pizzo Bernina è davanti a me che racchiude una serie di enormi ghiacciai che scaricano nel laghetto sottostante un'acqua lattiginosa che è una caratteristica di questi laghetti situati ai piedi dei ghiacciai stessi. Oltre al pizzo Bernina, spaziando con lo sguardo posso vedere una miriade di altre cime che in pratica gli fanno da contorno.











E' veramente uno spettacolo che vale senza dubbio la fatica sostenuta, inoltre molto interessante dal punto di vista paesaggistico è la ferrovia a scartamento ridotto che parte da Tirano e raggiunge Saint Moritz, attraversando scenari da favola. Dal piazzale del passo ho modo di vedere il trenino in arrivo, per cui mi precipito verso la stazioncina per effettuare alcune foto molto caratteristiche.











Ora praticamente la parte più faticosa è stata effettuata, ora dovrebbe esserci un'unica discesa fino a Chiavenna dove terminerò questo mio truduo, sperando che non ci siano sorprese . Mi fermo un poco al passo per godermi questa meravigliosa visione per poi avviarmi lentamente. Sulla mia sinistra ho modo di osservare la funivia che porta al Diavolezza e scendendo di quota il panorama muta in continuazione, fino ad arrivare a qualche Km prima di Pontresina che c'è una vista da incorniciare; in effetti è la stessa bella vista che troviamo sui depliants Svizzeri che reclamizzano il trenino del Bernina, però questa volta non ho avuto la fortuna di imbattermi nuovamente nel trenino, per poterlo fotografare. In questa stupenda posizione, c'è un unico ed immenso ghiacciaio che parte immediatamente da sotto la cima e raggiunge la valle , e proprio sotto, sulla strada, c'è la stazione ferroviaria. Moltissimi turisti sono in attesa della prossima corsa e gli scatti verso il ghiacciaio non si contano. Passo Pontresina, il Bernina ormai è alle spalle e mi avvio a buona andatura a quella che per me è la regina delle cittadine svizzere : Saint Moritz, adagiata sulle rive dei suoi numerosi laghetti è veramente una meraviglia.











Costeggio Silvaplana coi suoi piccoli laghetti stracolmi di winsurf dai mille colori. Sono stanco ed ho la vaga sensazione che il Maloja non arrivi più; chiedo notizie ad una coppia di ciclisti che mi assicurano che per la discesa vera e propria ci sono ancora circa dieci Km, che pur essendo in pianura, a causa del vento contrario , si fanno veramente sentire. Finalmente il Maloja, non me lo rammentavo più, da ragazzo alcune volte mi sono recato a Saint Moritz a sciare, ma il passo non lo avevo più presente. Dall'alto fa quasi impressione, è come un grosso serpentone che si attorciglia su se stesso, specialmente sui primissimi tornanti che sono molto vicini, e la discesa è molto ripida. Qui' il paesaggio cambia di nuovo, le cime svettanti ed innevate lasciano il posto a vallate molto dolci e molto lussureggianti. In breve mi rirovo a Chiavenna e da questa cittadina il treno mi porterà fino alla stazione Centrale e successivamentea Gallarate, e da qui' in mezz'oretta in bici sono di nuova a casa. Anche questa volta è stata una bella ed interessante esperienza che vale la pena di ripetere ogni anno fino a che avrò la forza di........................spingere ! 









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