venerdì 10 giugno 2005

SANTIAGO DE COMPOSTELA Primo Itinerario Culturale Europeo



























Vacanze in bicicletta




10 / 28 GIUGNO 2005





Primo itinerario culturale Europeo

















Eravamo nel 1994, ed in un diario da me stilato in occasione di un giro cicloturistico effettuato in quell'anno, col seguente itinerario : Albizzate - Claro - Airolo - Wassen - Innertkirchen - Briga - Trasquera - Albizzate, per circa 500 Km., scrivevo testualmente queste parole : " Questo tour vuole essere una prova generale per un successivo viaggio un po' più impegnativo che penso di poter realizzare in un prossimo futuro con meta Santiago de Compostela [ Spagna ].""




 Una decina di anni fa, penso nell' 84, mentre sfogliavo un quotidiano locale, mi ha molto incuriosito un articolo che descriveva il famoso " camino medioevale" , meta di moltissimi pellegrini, per la maggior parte a piedi, in bicicletta ed alcuni anche a cavallo, ed il tutto mi ha talmente affascinato ed entusiasmato che mi sono ripromesso che un giorno anch'io l'avrei senz'altro realizzato in bicicletta. "


Pochi giorni prima di partire, ossia ai primi di giugno, ho contattato la redazione de La Prealpina, nella persona del Dott. Rossi il quale mi disse che fu proprio lui che nell'84 curò la stesura dell'articolo che letteralmente fece scattare in me il vivo desiderio di intraprendere il viaggio. Mi disse anche che se mi interessava avere una copia dell'articolo, di andarlo a trovare alla prima occasione che mi avrebbe dato una mano per rintracciarlo. E' una cosa che farò molto volentieri perchè ci tengo molto !



Un sogno nel cassetto






Mancava circa un mese alle feste di Natale del 2004, ed un giorno mi sono detto: " Giuseppe, se nel 2005 non ti decidi ad andare a Santiago, non ci vai più, non ti accorgi che stai invecchiando ? " Detto, fatto ! Ai primi di Gennaio 2005, ho indetto una riunione di famiglia per sentire gli umori dei miei, Anna è un perplessa; dopo diversi tentativi, un mezzogiorno ho bloccato tutti gli argomenti in corso durante il pranzo ed ho messo in discussione la mia proposta. Mi serviva un periodo di tempo di circa 15/20 giorni, possibilmente durante il mese di giugno. Claudio fu subito d'accordo, mentre Anna inizialmente molto titubante, alla fine a malincuore ha dato il suo ok. Non è che non volesse che io partissi, le dispiaceva solo il fatto che per quel periodo doveva far a meno del mio prezioso aiuto, morale e sopra tutto materiale. Ormai forte dell'approvazione dei miei , un po' in sordina ho iniziato ad organizzare minuziosamente il viaggio, anche perché avevo parecchio tempo a disposizione. Mi sono armato di carta e penna ed ho iniziato a scrivere tutto quanto mi potesse servire per la grande avventura. Ho raccolto parecchio materiale tramite internet, e dopo aver fatto una scelta oculata, ho iniziato i preparativi veri e propri. La cosa più urgente e la più importante è stata la messa a punto del mezzo di trasporto e devo dire che non è stata una cosa semplice sopra tutto il dover adattare la bici alle specifiche esigenze che tale percorso avrebbe richiesto : sostituzione cerchi, raggi e catena , sostituzione fili freni e cambi, sostituzioni copertoncini. Sistemato il mezzo meccanico sono passato alla preparazione dei vari corredi. Un minimo di attrezzi per la bici, vestiario, medicinali, pulizia personale, materassino, sacco a pelo ed altre mille cose. Ai primi di aprile ho fatto un salto a Milano alfine di prenotare il treno che mi porterà fino a Bajonne, in Francia a circa 200 km. dopo Lourdes. Dopo il viaggio fatto con Anna ad aprile in treno, a Lourdes ci sarei ritornato volentieri e purtroppo ho dovuto accontentarmi di vedere la bellissima Cattedrale solo dal finestrino del treno. Non posso non parlare anche della minuziosa preparazione che mi sono imposto, infatti tra aprile e maggio mi sono fatto quasi 700 km. di allenamenti con continui saliscendi che da noi abbondano , sia su sterrato che su asfalto e devo dire che per qualsiasi inconveniente che mi dovesse capitare , ho la coscienza a posto , mi sento bene, ed anche perchè conoscendomi, so in partenza che non mi farò prendere troppo dalla foga, dosando al meglio le mie forze, senza il rischio di andare fuori giri. ed eccomi ai primi di maggio , ultime cosine da sistemare ed anche qualche problema. Mio suocero, dopo che è tornato dall'ospedale, ha un aspetto che non mi piace, non posso partire con lui in quelle condizioni. Onestamente devo confessare che non sono mai stato sicuro al 100% di poter partire. Un aiuto morale e psicologico, l'ho avuto dalla dottoressa Laura, che avendola incontrata ai primissimi giorni di giugno in farmacia e nel confidarle i miei timori, mi disse che non dovevo affatto rinunciare al viaggio in quanto mio suocero avrebbe senza dubbio superato il momento critico, come già avvenuto in molte altre occasioni.






Cosi' tra mille paure sono arrivato al 10 di giugno, giorno fatidico. Baci ed abbracci per tutti i miei familiari, e dopo aver assicurato Anna sulla mia massima prudenza durante lo svolgimento dell'intero e tortuoso percorso, ho caricato sull'auto di Claudio tutta la mia mercanzia e mi sono fatto accompagnare alla stazione di Varese. In un attimo sono a Milano ed alle 15,10 sto partendo con un Intercity per Bajonne, dopo tante pene, la mia grande avventura sta per iniziare, e sopra tutto non è un sogno. Il viaggio in treno si svolge regolarmente, tranquillo e molto comodo. A parte il tratto ligure, Montecarlo compreso, che offre scorci veramente stupendi, il resto non è degno di nota. In breve raggiungo Nizza dove arrivo alle 20, poi da Nizza, dopo aver fatto un breve spuntino, sono ripartito alle ore 22 per Bajonne con arrivo previsto per le ore 10,30 di sabato 11 Giugno. Alle otto del mattino di sabato, il treno transita dalla stazione di Lourdes, rivedo dall'alto la bellissima Cattedrale e per l'occasione chiamo Anna al telefono che probabilmente sta ancora dormendo per metterla al corrente di quanto sta passando davanti ai miei occhi. Alle 10,30 eccoci puntuali a Bajonne. Una cosa che voglio sottolineare, è che in questo primo giorno ho la vaga sensazione che ci sia qualcosa di cui non so spiegare , ossia sembra che ci sia qualcosa o qualcuno che mi voglia impedire che questo mio viaggio avvenga, o perlomeno che questo mio viaggio sia il più incasinato possibile. Con tutta sincerità dovo riconoscere che in parte , la colpa potrebbe essere anche mia, però nessuno mi toglie dalla testa quanto ho sopra esposto; questi sono i fatti :
- Durante il viaggio Milano/Bajonne, ad una normale fermata che abitualmente il treno si ferma per 5/6 minuti per dare la possibilità ai viaggiatori di scendere e di risalire, sono sceso un attimo solo per chiedere un informazione al capotreno, dopo di che il treno è ripartito immediatamente e poco ci mancava che rimanessi a terra !

- A Nizza ho dovuto cambiar treno. Mi sono recato al bar della stazione per una breve consumazione e sbadatamente ho dimenticato sul tavolino il biglietto del treno. Dopo pochissimi minuti, mi sono accorto della dimenticanza e ritornando sui miei passi, il biglietto era già sparito. E' stato poi ritrovato nella pattumiera del bar, non era proprio il caso di avere tanta fretta, bastava leggere il biglietto per accorgersi che era per la tratta Nizza/Bajonne e portava la data di quel giorno.

- Sempre sulla tratta Nizza/Bajonne è successo un fatto che ha dell'incredibile e dell'inspiegabile. La carrozza dove avevo la prenotazione era la n. 33 e la carrozza con lo scomparto biciclette era tre carrozze più dietro. Durante il percorso, la carrozza con la bici è stata staccata ed inviata a Bordeaux [ ! ? ] al distaccamento lavaggio carrozze.
Fortuna vuole che verso le otto del mattino di sabato ho avuto il desiderio di dare una controllatina alla mia bici e terribile è stata la sorpresa quando ho scoperto che la bici era sparita. Dopo aver chiesto spiegazioni al capotreno, tutto è stato immediatamente chiarito. Dopo un giro di telefonate la bici è stata rintracciata e cosi' è iniziata subito l'operazione recupero. Il capotreno, raggiunta Bajonne, mi ha fatto consegnare n.2 biglietti omaggio andata e ritorno per Bordeaux, in prima classe e mentre sto scrivendo in minuta questi appunti, fra poco raggiungerò Bordeaux per recuperare il maltolto, sperando di ritornare in tempo per la corsa delle 15,10 che mi porterà a St. Jean pied de Port dove passerò la mia prima notte da pellegrino. Malgrado ciò, non mi sono perso d'animo e cercherò di contrastare qualsiasi evento che possa impedirmi quanto mi sono imposto, costi quel che costi. Arrivato a Bordeaux e dopo aver bisticciato a lungo col personale della stazione perché la bici era introvabile, finalmente verso le 16, con mia somma gioia mi è stata riconsegnata. Devo ringraziare di cuore un'impiegata della stazione di Bordeaux che avendo perfettamente capito il mio vero stato d'animo, si è data da fare per risolvere il mio problema.
A questo punto spero che non ci siano altri contrattempi. In breve ma non troppo, arrivo di nuovo a Bajonne, giusto in tempo per la coincidenza per St. Jean dove arrivo alle 19. Mi incammino verso il piccolo borgo medioevale , mi cerco un posto per la notte presso uno dei tanti alberghi riservati ai pellegrini e poi un buon pasto per tirarmi su il morale, ne ho proprio bisogno. Durante la cena all'aperto, ho conosciuto parecchie persone di diverse nazionalità fra i quali anche alcuni italiani. In camera com me c'è un tizio di Como, un tipo un pò strano con parecchi problemi di salute. La serata è ok e dopo aver fatto ritorno in albergo , una bella rinfrescata ed a nanna in quanto domani inizierà il vero tour de force. L'albergo è posto in cima ad una ripida salita talmente tosta che mi ha costretto a scendere dalla bici. La mia cameretta è appenda dentro, sulla destra di fianco ad un salottino con sul tavolo numerosi libri inerenti il " camino " ed anche un grosso quaderno dove ogni pellegrino può scrivere i propri pensieri, le proprie emozioni. Fuori un piccolo cortiletto dove ho depositato la bici per la notte.





U n po di storia





Da quando dall'inizio del IX secolo si diffuse la notizia della scoperta della tomba di San Giacomo, praticamente il flusso dei pellegrini verso Santiago de Compostela non si è mai interrotto. In questi ultimi anni sono state moltissime le persone, sopratutto nei mesi estivi che si sono messe in cammino. Qualcuno per sport, altri per turismo, altri ancora sulle tracce di una ricerca interiore fatta di lunghi silenzi e di grandi spazi e sopratutto di una grande solitudine, ed anche di numerosi incontri di una umanità sorprendente. Ho constatato personalmente che lungo la totalità del Camino, ossia per tutti gli 800 Km ed oltre, trovi ovunque una ospitalità che non ha eguali, e che non hai modo di incontrare da nessuna altra parte. Gente meravigliosa, che pur non conoscendoti, ti da l'anima se ti vede in difficoltà, ed io su questo argomento avrei numerosi episodi da raccontare. La storia ed in parte la tradizione e la leggenda di Santiago, è la seguente : dopo la morte di Gesù, gli apostoli si disperdono per annunciare il Vangelo. L'apostolo Giacomo arriva fino alla penisola Iberica, raggiungendo la Galizia. Ritornato in Palestina muore martire decapitato da Erode Agrippa. Successivamente due suoi discepoli ne trafugano il corpo e su una barca lo trasportano di nuovo in Galizia per poi seppellirlo in un bosco presso il quale erigono un altare su un'Arca di marmo. Passano diversi secoli e della tomba se ne perdono le tracce. Intanto verso il VIII secolo, gli arabi invadono la penisola Iberica, minacciando persino di invadere l'Europa, nel nome di Allah !
Intorno all'anno 813, in Galizia, un pastore ogni notte vede delle luci misteriose sul tumulo di un campo, da cui si pensa che derivi il nome di Compostela, ossia campus stellae.
Gli appare una notte in sogno l'apostolo Giacomo, che lo invita a scavare per riportare alla luce il sepolcro. Durante i lavori di ricerca, viene alla luce un'arca di marmo nella quale trovano i resti di un uomo decapitato; si grida quindi al miracolo e la voce si diffonde velocemente. Vengono informate del ritrovamento le più importanti personalità dell'epoca. Alfonso II re di Galizia , Papa Leone III, Carlo Magno ecc. Sopra il sepolcro ritrovato, Alfonso II fa erigere una basilica, attorno alla quale si forma un piccolo Borgo. Furono gli albori di Santiago [ San Giacomo in spagnolo ]. Terza città Santa della Cristianità, dopo Gerusalemme e Roma e da quel momento ha cosi' inizio il pellegrinaggio che da tutta Europa cristiana, porta e porterà nei secoli sempre più numerose folle alla tomba dell'apostolo. La tomba dell' apostolo, significò per la Spagna, l'identificazione di un forte simbolo comune per il quale, e a partire dal quale , fronteggiare l'invasione mussulmana che minacciava di espandersi, ad iniziare dalla Spagna e nel resto dell'Europa. Santiago fini' col rappresentare la speranza alla quale aggrapparsi. I deboli regni di Spagna, riconobbero in quella scoperta un segno divino ed il segnale di un possibile riscatto. Nel nome di San Giacomo protettore della cristianità, fù possibile riunire tutte le forze ed iniziare quella RECONQUISTA che praticamente durò secoli. La sua fama aumentò ancor di più in seguito ad altri fatti miracolosi; si narra che in alcune battaglie contro gli arabi, egli apparve su un destriero bianco, alla testa di truppe cristiane, sconfiggendo e sbaragliando gli arabi annichiiliti e stupefatti. Alla fine del IX secolo, l'antica basilica venne completamente distrutta nel corso di un'invasione dell'esercito musulmano, che rase al suolo la citta di Santiago. Successivamente Alfonso III fece ricostruire l'antica basilica e solo nel 1075 il Vescovo della città diede inizio ai lavori della Cattedrale vera e propria che continuarono poi sotto la guida del Vescovo Diego Gelmirez, figura chiave nel futuro sviluppo di Santiago de Compostela.





Prima Tappa

Domenica 12 giugno 05

Saint Jean pied de Port - Valcarlos con varianti, Km. 80

Partenza molto presto, verso le sei del mattino; ci sono due sentieri, il primo per pellegrini a piedi ed il secondo per chi come me è in bicicletta. La strada parte subito in salita, infatti dai 150 m.s.m. di St. Jean, oggi toccherò quota 1200-1300 m. a seconda del sentiero che seguirò. Appena esco dal piccolo borgo, sono circa le sei del mattino, tutto tace, la gente a quest'ora sta ancora riposando, lungo la via principale i negozi sono ancora chiusi e l'unico aperto è un panificio. Incontro pochissimi pellegrini a piedi che si apprestano ad effettuare la prima tappa di questo lungo cammino. Il sentiero per il momento asfaltato si inerpica immediatamente prendendo subito quota. Come esco dalla zona abitata iniziano subito fitti boschi di castani, faggeti, abetaie, e noccioleti con un sottobosco molto rigoglioso.







Il Camino è segnato con la classica " flexa amarillos " o freccia gialla. In questo momento sto attraversando la catena montuosa dei Pirenei e fra non molto passerò il confine francese per entrare in Spagna. Entrando in territorio spagnolo il paesaggio muta notevolmente , si incominciano a vedere i grandi boschi che si estendono a perdita d'occhio, non ci sono più piccole case sparse e paesini qua e la , solo alberi ed alberi e la tua solitudine.







Non so cosa mi sia successo, ma dopo essere partito sul giusto percorso, mi sono ritrovato improvvisamente in alta montagna, tra l'altro in un paesaggio da favola , però completamente fuori strada. Devo confessare che ad un certo punto ho anche avuto un pò di paura , mi sono trovato sperduto su un percorso non adatto alla bicicletta, un caldo soffocante, non un filo d'ombra e per giunta con qualche crampo ai polpacci; è normale essendo il primo giorno, forse ho un pò esagerato. Sono ad un' altitudine di circa 1200 m.s.m. , solo greggi di pecore e mandrie di mucche e di cavalli. Poco fa accennavo che ho avuto un attimo di paura , sfido chiunque si trovasse nella mia stessa condizione. A parte la paura, lo scenario è veramente interessante e sono cosi' preoccupato di quanto mi sta succedendo, che non penso minimamente che potrei anche scattare qualche bella foto ! Giganteschi corvi mi volteggiavano sopra la testa a distanza ravvicinata [ in serata, giunto a destinazione, qualcuno mi dice che non erano corvi ma bensi aquilotti ! ] ed a lato del sentiero , messo li da qualche giocherellone, un grosso teschio di mucca; chi non si spaventerebbe in una simile situazione. Col morale quasi a terra, ritorno sui miei passi fino a trovare una piccola comitiva di francesi da quelle parti per una scampagnata che vedendomi in difficoltà mi indicano una stradina asfaltata che con una discesa in picchiata che mi fa quasi fumare le pastiglie dei freni tanto erano bollenti. Con questa via d'uscita tra curve e controcurve in breve mi ritrovo alla periferia di Valcarlos. Questa cittadina deve il suo nome al fatto che qui, nel 778, Carlo Magno sostò con le sue truppe , mentre la sua retroguardia guidata dal paladino Rolando, veniva massacrata in un agguato dall'esercito saraceno, al Puerto de Ibaneta, nei pressi di Roncisvalle.







Ormai accaldato e completamente spompato decido di pernottarvi e mi dirigo all'albergo del pellegrino, che sta proprio a pochi passi dalla chiesa. E' una struttura comunale organizzata di tutto punto, messa a disposizione gratuitamente per i pellegrini. Infatti di li a poco faccio conoscenza con uno spagnolo, facciamo subito amicizia. In serata ci rechiamo presso un vicino ristorante per la cena dove prendiamo il menù del dia il cui prezzo è molto contenuto, solitamente sugli 8/10 euro a testa. Sbrigo le ultime faccende e poi a nanna in quanto la giarnata è stata alquanto faticosa. In questa struttura troviamo pure una lavatrice nuova di pacca perfettamente funzionante. Una cosa molto positiva e stato il fatto che per tutti i pernottamenti effettuati , ho sempre trovato acqua calda a volontà, che dopo una giornata accaldata come non mai, la doccia diventa uno dei momenti più piacevoli dell'intera giornata.





Seconda Tappa



Lunedi' 13 Giugno



Valcarlos - Pamplona Km. 70 progressivi Km. 150



Durante la notte si è scatenato un forte temporale ma al mattino non piove più però il cielo è nero pece. Un particolare molto curioso, durante la giornata di ieri nell'effettuare tutti quei km sotto il sole di giugno, ho sudato parecchio ed al mattino mentre controllo il contenuto del mio marsupio salvasoldi che porto sottopancia a contatto della pelle, mi accorgo che è letteralmente fradicio di sudore; apro per controllare gli euro che ci sono dentro ed anch'essi sono tutti bagnati, sembra che siano stati messi nell'acqua. Idea geniale ! Nel locale bagno c'è una stufetta elettrica ed in pochi minuti è bollente e sul piano della stessa appoggio le banconote che in breve ritornano alla normalità. Per evitare che l'inconveniente si ripeta dovrò avvolgere le banconote in un sacchetto di plastica; non si finisce mai d'imparare ! Verso le sette del mattino lascio la residenza e dopo aver salutato l'amico spagnolo , mi immetto sulla statale in direzione di Roncisvalle, altitudine m. 1500. E' uno dei luoghi più importanti del Camino ed un luogo di accoglienza di maggior suggestione del Camino stesso. Nella chiesa della Colleggiata, ogni sera il rito dell'antica benedizione del pellegrino con messa e vespri cantati; è un suggestivo ed intenso momento che accomuna chi è in cammino per fede e chi solamente per sport o per turismo. Mentre mi accingo a montare in sella , intravedo in lontananza , nella direzione opposta, un ciclista solitario molto più carico di me, si ferma, facciamo conoscenza, ci presentiamo e poi proseguiamo insieme. Dopo circa 15 km di dolce salita, ci troviamo alla sommità del passo di Roncisvalle. Visitiamo e scattiamo alcune foto ad una suggestiva chiesetta dal tetto molto spiovente ed ad un monumento nei pressi, in effetti trattasi del cippo dedicato al paladino Rolando, in ricordo del massacro subito dall'esercito di Carlo Magno ad opera dei saraceni.







Ci riposiamo un attimo per riprendere la nostra corsa verso la Colleggiata, che troviamo sulla nostra sinistra dopo pochi km di discesa.







Visitiano la bella chiesa stile gotico , sull'altare la statua in oro, argento e diamanti della Vergine di Roncisvalle dove Gesù Bambino in un gesto tenerissimo, sembra appoggiare la mano sul cuore di sua madre Maria, quasi a sentirne il battito.
Ci soffermiamo presso un bar per un breve spuntino per proseguire immediatamente dopo per Pamplona, che dista circa 50 Km. La strada è molto scorrevole con continui saliscendi e nello stesso tempo è anche molto divertente.
Il paesaggio è molto interessante, paesini sparsi quà e là completamente immersi nel verde delle colline. Siamo ormai alle prime ore del pomeriggio e stiamo transitando alla periferia di Pamplona, ci dirigiamo verso il rifugio di turno. E' un palazzo molto antico ma ben tenuto dove ci sistemiamo per la notte. Siamo al terzo piano e dopo aver sistemato le nostre biciclette nell'atrio, facciamo tre rampe di scale per raggiungere la nostra camerata. Non è grandissima ma ci stiamo bene, ci accomodiamo alla meglio. L'ambiente è molto tranquillo. Conosco per l'occasione due giovani ciclisti, marito e moglie che poi ho momentaneamente perso di vista per poi ritrovarli nella Cattedrale di Santiago durante la Santa Messa.
Parlando con alcuni compagni di camerata, mi consigliano di visitare una chiesetta un pò fuori mano rispetto al percorso normale : Ermita di Eunate. Avrei voluto sul tardi visitare un pò la cittadina, ma devo rinunciare per un violento acquazzone che mi fa cambiare programma. Una breve perlustrazione per le vie adiacenti la nostra residenza per la ricerca di un ristorante per la cena ma invano, per cui mi devo accontentare di una fetta di torta con un cappuccino. Prima di coricarmi stendo alcune paginette del mio diario giornaliero e poi a nanna.





Terza Tappa



Martedi' 14 Giugno



Pamplona / Estella Km. 60 progressivi Km.210



Partenza come al solito molto presto con chi ormai è diventato il mio inseparabile compagno di viaggio, ed in determinate occasioni anche il mio " angelo custode ". Usciamo dalla città con un pò di difficoltà in quanto non si riusciva a trovare la giusta direzione. La sera prima mi avevano consigliato di intraprendere tranquillamente il sentiero sterrato che quasi affianca la statale. E' stato bellissimo dal punto di vista panoramico, ma veramente pessimo per quanto riguarda il procedere, in quanto la pioggia della notte ha reso impraticabile il sentiero, perlomeno con la bicicletta in mio possesso. Il fango rimane attaccato al battistrada e come giro la ruota, lo stesso di deposita sulle ganasce dei freni, bloccando quindi il mio avanzare; siccome la pazienza è dei forti, con un fuscello, ogni decina di metri dovo far pulizia , sblocco il tutto e proseguivo, avanti cosi finchè non si è completamente esaurito il tratto fangoso. Dopo molte sofferenze eccoci alla sommità dell'altura, giganteschi mulini a vento, mulini tecnologici troneggiano su tutto il crinale della collina particolarmente ventoso, il paesaggio è veramente superlativo.







Proprio alla sommità della collina, m.734 s.m. ci sono delle silhuette, un originale monumento al pellegrino, raffigurante i personaggi del Don Chisciotte col suo seguito.







Foto di gruppo con una coppia di ciclisti , marito e moglie di Cuneo che poi abbiamo ritrovato alla chiesetta di Eunate.
Per la prima volta voltandosi indietro, si può osservare il cammino compiuto fin qui' , le cime pireneiche , l'alto Erro, la valle del rio Arga, e guardando avanti, la strada che ancora ci attende. Dopo una lunga e piacevolissima discesa, eccoci nei pressi di Puente de la Reina, famoso è il bellissimo ponte romanico dell' XI secolo, fatto costruire dalla regina Munia per facilitare il transito dei pellegrini sul rio Arga, che praticamente attraversa la città.












Mentre ci stavamo avvicinando a questa cittadina, abbiamo effettuato una piccola deviazione, alfine di rendere visita alla solitaria e misteriosa chiesetta denominata Ermita de Nuestra Senora di Eunate, a forma ottagonale , costruita, si pensa dall'ordine dei Templari.






E' indescrivibile l'atmosfera che si respirava in questo luogo sacro, un flauto suonava una dolce melodia che si disperdeva all'interno della piccola chiesetta.
Facendo questo tratto di percorso , noto che dal nulla compaiono case disperse qua e la, in modo disordinato e sempre attorno ad una immancabile chiesetta.







Si', perchè ho notato che lungo il Camino si può trovare una chiesa oppure un momastero senza un paese vicino, ma mai, mai un paese senza la sua chiesa. Proseguiamo quindi verso la nostra nuova meta e nel breve spazio di una mezz'oretta eccoci ad Estella alla ricerca di un posto per la notte.







L'albergo è forse uno dei più belli trovati finora, frequentato per lo più da giovani. All'interno un cortiletto per le biciclette ed un apposito spazio adibito a lavanderia. La nostra camerata è al secondo piano con finestre che danno sul cortiletto sottostante, i servizi sono ottimi. Sul tardi una bella cenetta al ristorante col mio amico tedesco. E' una brava persona , lui non capisce una parola di quanto io dico , ed io di quanto dice lui, però ci si capisce perfettamente ed andiamo molto d'accordo ; in un paio di occasioni , pur avendo la mia stessa età , 64 anni, contro la mia volontà mi ha dato anche una mano e quando c'è da prendere una decisione qualsiasi, una volta decide lui ed una volta decido io, sempre democraticamente, ed il fatto che si viaggi insieme non vuol dire, ognuno di noi fa il SUO Camino, nel proprio intimo ed ogni tanto ci si congiunge. Lui è forte in discesa mentre a me piace rallentare e godermi appieno il panorama , poi quando inizia la salita, lui scende e la fa a piedi mentre io la faccio in bicicletta in quanto avendo meno bagagli sono molto più agile di lui. Dopo una buona doccia ed un salutare riposino, facciamo quattro passi e ci addentriamo nel centro città, troviamo un'immensa piazza con una moltitudine di persone e molti bambini chiassosi che giocano. Nei pressi della piazza notiamo un buon ristorante abbastanza di lusso ma non ci spaventiamo. Ci accomodiamo, per primo piatto asparagi con salsine , per secondo un'enorme trancio di salmone con contorno di patate sia fritte che al forno, birra e gelato, una vera abbuffata alla modica cifra di 12 Euro a testa. Nel rientrare ci siamo soffermati ad ammirare la chiesa di san Pedro de la Rua con tre navate ed un bel chiostro adiacente; questa chiesa ha una forma un pò strana ed è situata un cima ad un'enorme scalinata.







Rientriamo quindi in albergo da dove chiamo immediatamente Anna per il solito salutino serale ed un piccolo messaggio a Claudio e poi a nanna. Buonanottttte !





Quarta Tappa



Mercoledi' 15 Giugno



Estella / Logrono Km. 60 progressivi Km. 270



Sveglia di buon mattino, una veloce prima colazione in compagnia di parecchie persone che si apprestano come noi ad affrontare una nuova e caldissima giornata, e poi in sella. Appena usciti dalla città ci immettiamo immediatamente sul sentiero sterrato, che oggi come inizio si presenta molto pedalabile e senza complicazioni, pianeggiante ed a brevi tratti anche asfaltato. Siamo immersi di volta in volta in interminabili campi di frumento, mais, vigneti e col sentiero che si snoda fra le colline da sembrare un lungo serpentone.







E' una sensazione unica, lunghi ed interminabili silenzi e tu che pedali immerso nella tua solitudine , perchè il Camino è anche essere soli con te stesso , con le tue certezze, i tuoi dubbi , e le tue paure. Io sono felicissimo per quello che ho potuto vedere e toccare con mano , e posso senza ombra di dubbio affermare che il Camino è un'eccezionale scuola di vita, per qualsiasi problema che ti si possa presentare , troverai sempre molte persone disposte a darti una mano disinteressatamente; però rimane il fatto che il problema è tuo ed esclusuvamente tuo da gestire . Praticamente insegna ad essere indipendenti ed autonomi nel vero senso della parola. Fra l'altro il Camino non è solo un percorso tortuoso ed interminabile , che puoi percorrere a piedi oppure in bicicletta , ma è unche e sopra tutto uno straordinario percorso artistico-culturale costellato da monumenti di rara bellezza , da gustare senza fretta, come solo il procedere a piedi, oppure in bici come nel mio caso, ti può offrire.







E come quanto mi confermava un vecchio pellegrino incontrato lungo il percorso, che solo camminando giorno per giorno , nel mio caso pedalando, puoi scoprire veramente cos'è il Camino nella sua completa intimità. Il Camino è infatti un luogo di incontri, di scambi di aiuto reciproco fra persone che provengono da ogni parte del mondo, che trentano di rivivere una esperienza divenuta oggi sempre più rara, quella del viaggio a misura .... d'uomo. Persone sole, famiglie con bambini , giovani ed anziani, pellegrini veri e propri o escursionisti , tutti attratti dalla spiritualità dei luoghi e dalla bellezze della natura che dall'inizio alla fine ti circonda. E ogni tappa, lungo tutto il Camino , è pronta a rinnovarsi la magia dell'incontro con i piu curiosi e bizzarri compagni di viaggio. E come ogni regalo inaspettato , sarà quello degli incontri il ricordo più persistente e gratificante. Tra i pellegrini poi si viene a creare una sorta di complicità tutta speciale , come tra persone che vivono una avventura comune e straordinaria, il cui ricordo rimarrà sempre vivo nel tempo. Stiamo transitando fra piccoli borghi in prossimità di Villamayor, e ci imbattiamo in una curiosa costruzione nel bel mezzo della campagna, si tratta della Fuente de los Moros, una fonte/cisterna del XII secolo che serviva e serve e tutt' oggi per irrigare i campi circostanti.












Superiamo quindo Villamayor e successivamente Los Arcos col suo elegante campanile che svetta nel bel mezzo del paese.







Incontriamo ancora interminabili distese di vite. Il tratto che stiamo facendo è particolarmente impegnativo per gli innumerevoli saliscendi che la gente del posto chiama "spaccagambe ". Finalmente da lontano si intravede Logrono e dopo una pazza discesa, eccoci alla periferia della città dove attraversiamo il famoso ponte di pietra , sul Rio Ebro. Il ponte è stato costruito nel 1884 , che praticamente ha sostituito il vecchio ponte medioevale costituito da ben dodici arcate. Ormai siamo al primissimo pomeriggio, solita ricerca per la notte. Dopo aver richiesto le dovute informazioni circa la sua dislocazione, in breve lo raggiungiamo. Entriamo in un piccolo cortile con al centro una fontanella con zampillo e sulla destra la ricezione. Dopo le solite formalità, ci accomodiamo al terzo piano attraverso un ampio scalone. Al piano terra un localone con rastrelliera per le numerose biciclette che giornalmente il rifugio accoglie. In un angolo, una scultura lignea raffigurante un pellegrino, ad altezza naturale, un lavoro di ottima fattura che sembra messo li apposta per accogliere i numerosi frequentatori. L'albergo è di medie dimensioni ma molto accogliente. Sul tardi, una visita al centro storico per ammirare i più importanti momumenti, ma purtroppo un fatto spiacevole mi ha rovinato la serata. Ci siamo seduti all'aperto presso un bar proprio davanti alla Cattedrale denominata Santa Maria la Redonda, del XV secolo con le sue imponenti torri gemelle,












per gustarci una fresca birretta. Successivamente una visita all'interno della stessa per un attimo di raccoglimento e più tardi una visita veloce al supermercato per le solite provviste per l'indomani. Mentre ci stiamo incamminando per la cena, mi accorgo di non avere con me ne il telefonino, ne la guida di Santiago. A dire il vero, ora che tutto è passato , la guida la posso anche ricomprare, e per il telefonino posso utilizzare il telefono pubblico, però con un pò più di attenzione avrei potuto evitare tutto ciò. Ho cercato di passare in rassegna tutti i luoghi dove ero stato, ma invano. Ad un certo punto ho pregato Erwin di andare a mangiare ed io avrei proseguito da solo nelle mie ricerche , ma lui ha preferito rimanere con me. Sono ritornato in cattedrale perchè ho pensato che avrei potuto dimenticarli su una panchina durante la visita in chiesa, ma invano. Quella sera non siamo nemmeno andati al ristorante , abbiamo preferito prenderci un boccone nella sala mange del nostro albergo, coi viveri che avevamo a disposizione. Più tardi raggiungiamo la nostra camera e troviamo il letto di Erwin occupato da un'altra persona, per cui per evitare spiacevoli discussioni, ci trasferiamo al piano superiore, in mansarda, dove fra l'altro siamo in pochissimi. Al secondo piano, una grande sala funge da cucina e da sala a mange ed al terzo piano i servizi igienici. E con quella punta di amaro in bocca per quanto successo mi sono coricato. Anna da casa, mi informa che è tutto ok e poi per finire la giornata invio il solito messaggio a Claudio, che non è altro che una piccola relazione degli avvenimenti delle giornata, formato pillola. Durante il trasferimento odierno, strada facendo abbiamo incontrato alcuni greggi di pecore, che viaggiavano tranquillamente in mezzo alla strada, durante i loro numerosi spostamenti, E' sempre piacevole vederli, a me personalmente danno un senso di pace.





Quinta Tappa



Giovedi' 16 Giugno



Logrono / Santo Domingo de la Calzada Km. 60 progressivi Km.330



Partenza alle 6,30, ci fermiamo alle porte della città per la solita riserva d'acqua che è la cosa più importante per poter sopravvivere a questo caldo terribile, poi imbocchiamo il sentiero che anche oggi si snoda fra le numerose colline che vediamo davanti a noi, fin quasi a raggiungere l'infinito.






Il paesaggio come sempre è lussureggiante ed oltre alle solite culture , noto anche un tipo a foglia molto larga che a mio avviso potrebbea essere barbabietola oppure costa. Nel frattempo ci stiamo avvicinando a Navarra ed Erwin mi informa che ha un piccolo problema meccanico. Ci fermiamo prima di tutto presso una cafeteria per sorseggiare una buona birra, dopo di che cerchiamo di un meccanico che ci possa risolvere il problema. Ci indirizzano in cima ad una salita ed in pochi minuti il problema è momentaneamente risolto. In questi giorni sto molto apprezzando le doti umane di Erwin , peccato che non si possa comunicare più di quanto stiamo gia facendo, è una persona molto sensibile, ieri sera dopo che mi è successo il fatto del telefonino , ho insistito perchè almeno lui andasse a mangiare, ma ha preferito rimanere con me; alle volte mentre si viaggia , essendo lui quasi sempre davanti, se non mi vede arrivare, lascia la bicicletta e controlla se sto arrivando, e qualche volta mi ha anche spinto la bici se il tratto che stiamo facendo è molto impegnativo, come alcune rampe di sterrato che spesso e volentieri troviamo sul nostro cammino, che il superarle, anche a piedi sono un vero problema, talmente la pendenza è enorme, perchè essendo sterrato, non si riesce a far presa sul terreno.








Riprendiamo quindi la nostra corsa col medesimo paesaggio da favola. Il sole è a picco su di noi, la temperatura è alle stelle e da lontano riusciamo ad intravedere il campanile di Santo Domingo, importante cittadina del Camino che deve il suo nome a Santo Domingo, che fù uno dei più grandi benefattori nella storia della rotta jacopea. Egli dopo essere diventato frate, dedicò gran parte della sua esistenza [ 90 anni ] al Camino, tracciando parecchie ed importanti strade [ calzada = strada ] ed erigendo un importante ponte sul fiume Oja, costruendo chiese ed hospitales per accogliere i numerosi pellegrini in transito e diretti a Santiago. Alla sua morte fù sepolto nel luogo ove oggi sorge la Cattedrale a lui dedicata. Ci indirizziamo verso il nostro nuovo rifugio, che è una vecchia casa rurale molto ben sistemata dove mi trovo veramente a mio agio. Una buona doccia ed un pò di bucato ai panni puzzolenti che avevo addosso e poi il solito riposino. L'albergo è molto ampio, all'ingresso un locale enorme lastricato con dei ciotoli ed alla sinistra in bellavista, un vecchio calesse molto ben conservato. Sulla destra la reception e più avanti un'ampia camerata con dei lettini, circa una quindicina. Da questo locale si esce in un grande cortile dotato di tavoli e panchine di cemento, sulla destra un passaggio ad un successivo cortile con servizi e lavanderia, a fianco una megacamerata riservata solamente al gentil sesso. Nei precedenti rifugi non ho mai notato una distinzione tra i due sessi; come si arriva, ci si accomoda, indipendentemente dal sesso, tutti si adattano alla situazione in un clima di grandissimo rispetto. Se una ragazza si deve infilare il proprio reggiseno, senza il minimo imbarazzo volta le spalle e se lo mette; non ho mai notato sguardi indiscreti da parte dei maschietti. L'unica cosa che a volte può succedere, però assolutamente senza malizia, è la possibilità di entrare involontariamente nei loro servizi sopratutto quando all'esterno non è ben segnalato. In un apposito spazio fra i due cortili trovasi un pollaio pulitissimo con dei galli e delle galline tutti/e esclusivamente bianchi/e che cantano a pieni polmoni, probabilmente serviranno a rifornire il pollaio della Cattedrale, come descriverò più avanti.
Sul tardi si esce per la solita visita alla cittadina che di volta in volta ci ospita. Ci incamminiamo per prima cosa verso la Cattedrale, in stile romanico con due distinte facciate. Il campanile molto alto e slanciato misura ben 70 metri di altezza e 9 metri per ogni lato.






L'interno della chiesa è veramentre da vedere , tesori inestimabili come tra l'altro ho avuto modo di osservare in tutte le chiese Spagnole di un certo spessore. Da sottolineare la cappella della pala dell'altare maggiore, la stessa è uno dei gioielli più vistosi del rinascimento spagnolo . Alta 13 metri e larga 9 , possiede una profusione di ornamenti mitologici, ed il Coro con notevolissimi rilievi intagliati sulle spalliere dei 33 seggi superiori e dei 23 inferiori. Ma la particolarità assoluta, unica al mondo che possiede questa cattadrale , è quella di conservare al suo interno una gabbia intagliata, dove ci sono due galli bianchi e ................ assolutamente vivi !






Questa singolare tradizione ricorda il miracolo che qui' accadde molti secoli fa. Descrivo in breve cosa narra la leggenda : una famiglia di pellegrini, padre, madre ed un giovane figlio, provenienti da Colonia, sosta presso una locanda di Santo Domingo, per trascorrervi la notte. La figlia del locandiere invaghitasi del giovane, cerca di sedurlo. Il giovane resiste alle sue avances e la ragazza indispettita, per vendicarsi nasconde nella bisaccia del giovane una coppa d'argento e poi lo denuncia per furto al magistrato del piccolo paese. Il giovane viene perquisito ed alla fine gli trovano addosso la refurtiva; riconosciutolo colpevole , viene impiccato come ladro. I genitori affranti dal dolore decidono di continuare ugualmente la loro peregrinazione verso Santiago. Sulla via del ritorno, con loro grande stupore trovano il proprio figlio appeso ad una forca ma ancora vivo, in quanto sostenuto per i piedi nientemeno che dallo stesso San Giacomo. Corrono immediatamente ad avvertire il magistrato, perchè quel che sta accadendo significa infatti l'innocenza del giovane. Il giudice indispettito perchè disturbato durante il pranzo, non trova di meglio che ridere di loro, asserendo che il loro figlio è vivo come sono vivi i polli arrosto che sta divorando. Ma come finisce di parlare ecco che i polli che sta masticando, si rivestono di piume, riprendendo vita mettendosi a cantare.........!
Non ancora soddisfatti di quanto gia visto, usciti dalla Cattedrale entriamo a visitare il relativo museo, che chiude nel giro di una mezz'ora. Anche qui non sono in grado di descrivere a parole i tesori immensi che vi sono racchiusi. Sul tardi dopo aver ritrovato per l'ennesima volta il solito ciclista solitario, ritrovato in altre numerose occasioni ed in sua compagnia ci rechiamo presso una trattoria nel pressi. La cena è ottima, quattro passi per digerire per poi dirigerci al nostro albergo di turno. Buonanotteeeeeeeeeeeeeeee !





Sesta Tappa



Venerdi' 17 Giugno



Santo Domingo de la calzada / Burgos Km.80 progressivi km. 410



Da oggi, ossia da questo momento inizio ad usare , forse un pò in ritardo, il mio piccolo registratore, per cui questo non è più un diario ma solo liberi pensieri come si dice in questo caso, pensieri a ruota libera ! Entro questa sera la nostra meta sarà Burgos , una delle più importanti città della Spagna; percorreremo circa 80 km. e di comune accordo si decide di effettuare un primo tratto di statale che a quest'ora il traffico pressochè non esiste. Man mano passiamo alcuni borghi ed il paesaggio è sempre superlativo, tanto per intenderci tipo campagna toscana.
















Infinite distese di biondo grano ondeggiante al sole e qua e la alcuni filari di pioppi. In queste zone le culture sono intensive per sfruttare al meglio ogni metro quadrato di terreno. L'andatura è assai lenta, circa 15 km./h, il traffico inesistente, temperatura fresca ed il sole deve ancora sorgere, troviamo alcuni pellegrini che stancamente si dirigono verso Burgos , piedi permettendo,






oppure verso mete più vicine, dove poter riposare per poi riprendere per la successiva destinazione, con meta finale Santiago. Il cielo si sta oscurando, da quando sono partito non ho mai incontrato pioggia , per cui un giorno o l'altro me la devo anche aspettare , sarebbe come pretendere troppo dal buon Dio, comunque in caso di pioggia sono armato di tutto punto. Dopo un primo tratto fatto a lenta andatura, stiamo superando il decimo km su un terreno molto sconnesso, alle volte ci capita di superare situazioni abbastanza critiche, comunque non pericolose se affrontate con la dovuta calma e con molta cautela, innanzitutto non bisogna mai, dico mai perdere la testa, e stare calmi, in quanto la calma è la virtù dei forti.






In questo momento buona parte del sentiero si interseca col nastro asfaltato della statale. Alle volte penso che sia stata la provvidenza che mi ha mandato Erwin , non è che si parli molto dutante il viaggio, perchè in effetti le ore che si passano in bici sono parecchie e più che un parlare è un dialogare un pò a gesti e un pò con piccoli frammenti di vari idiomi imparati a scuola, ossia un pò di francese, di inglese ed un pò di ostrogoto ed il più delle volte ci si capisce anche a gesti ed anche con semplici schizzi. Io devo confessare che ho intrapreso questo viaggio da solo, consapevole dei rischi a cui potevo andare incontro, però ora che ho avuto la fortuna di incontrare Erwin, mi sento più tranquillo, so che in caso di bisogno posso contare su qualcuno. E la cosa è reciproca, praticamente possiamo considerarci l'un l'altro, un'associazione di mutuo soccorso, ed e bello che sia cosi'. Come accennavo poco fa, il sentiero spesso si interseca con la statale e qui voglio rammentare quanto letto sulla mia guida a tal proposito, in effetti affermava che scegliere gli antichi sentieri al posto della strada asfaltata , che dal Camino a volte si discostano solo poche centinaia di metri , equivale ad uno slittamento nel tempo di ben otto/nove secoli e sopra tutto nell'ultimo tratto, i numerosi borghi che si incontrano, sono ancora oggi immuni dal contagio della civiltà. Nel frattempo pedalata dopo pedalata, abbiamo percorso una trentina di km ed il sole non è ancora uscito , evidentemente ci sono delle nubi leggere che fanno da schermo. Ci va anche bene perchè andando in bici col sole della Spagna, c'è da sudare parecchio, mentre per ora l'aria è fresca. A metà mattinata transitamo in località Espinosa, una breve sosta in cafeteria per una buona colazione. Riprendiamo con un buon tratto di salita, la pendenza è molto alta per cui scendiamo dalle nostre bici per spingerle a mano, anche questo è Camino, fatica e sofferenza ed anche rottura di....scarpe ! Sto transitando in questo momento dinnanzi ad uno dei numerosissimi segnali che si trovano lungo tutto il percorso, che raffigurano una capasanta e sopra c'è una scarpa priva di suola, la stessa si è praticamente staccata dalla tomaia ed il malcapitato ha pensato bene di metterla in mostra a mo di avvertimento; speriamo che almeno abbia avuto un paio di scarpe di riserva. Ora abbiamo iniziato uno stretto sentiero per cui abbiamo la possibilità di immergerci in una natura stupenda ed incontaminata. Ho appena incontrato un pellegrino olandese il quale mi ha informato che su questo tratto abbiamo toccato un'altitudine di ben 1200 m.s.m. ed è uno dei punti più alti del Camino stesso, per cui a breve dovremo iniziare una dolce e piacevole discesa. Mi fermo un attimo perchè mi sembra di sentire un leggero fruscio sulla gomma posteriore. Evidentemente in seguito a qualche colpo, la ruota è uscita di pochissimo dalla sua sede e dopo una piccola registrazione il tutto è ritornato come prima. Stiamo terminando il tortuoso sentiero ed è terribile osservare cosa ci aspetta, per nostra scelta si intende ! Decido quindi di immortalare il tratto con una bella foto cosi' da rammentarmi una volta a casa questo particolare passaggio. Il mio amico Erwin, ogni tanto trova sul percorso qualche suo paesano tedesco per cui si sfoga, ed è anche giusto , anch'io faccio altrettento quando mi imbatto in qualche pellegrino italiano.











Dopo un altro tratto di salita parecchio accidentata , finalmente il pezzo più duro è terminato ed inizia un tratto di discesa particolarmente pericolosa lunga una decina di km completamente su sterrato, con una pendenza molto forte , prudenza quindi perchè a farsi male ci vuole poco. Nel frattempo ecco il sole, ci fermiamo un attimo per un pò di crema per evitare di andare arrosto. Mi capita spesso di pensare all'avventura che sto vivendo, era un sogno che vedevo molto lontano, ed ora si sta concretizzando. Poco fa siamo transitati da Belorado, che durante il periodo medioevale e stato un centro molto importante e la particolarità di questo antico borgo è che nei luoghi più inpensabili , ossia sui campanili, sulle torri, sui pali della luce ecc, ci sono parecchi nidi di cicogne ed è facile vederle volare nel cielo azzurro di Spagna con le loro ampie ali.






Riprendiamo quindi il nostro viaggio, stiamo raggiungendo St. Juan de Ortega dove troviamo una bella chiesa, dove si sta celebrando una funzione religiosa propiziatrice, affinche la Madonna mandi abbondanti piogge per i loro raccolti, diversamente ne soffrirebbero e quasi tutto andrebbe perso. Questa località è anch'essa una dei luoghi più suggestivi del Camino, si arriva da un paesaggio solitario e selvaggio; un tempo, l'altipiano che stiamo attraversando, chiamato Montes de oca, un tempo faceva paura sopra tutto per i briganti , i lupi ed i mille pericoli naturali. Oggi è una piccola oasi in mezzo a km. e km. di silenzio, solitudine e perchè no, anche di sofferenze.






La chiesa è un piccolo gioiello, al suo interno possiamo ammirare un capitello romanico [ l'unico rimasto ] i cui rilievi rappresentano l'annunciazione, ed è legato al fenomeno che qui' chiamano il miracolo della luce, il capitello infatti viene illuminato direttamente dal sole nei giorni dell'equinozio [ 21 marzo / 21 settembre ], quando un raggio di luce riesce a penetrare con la giusta angolazione attraverso la finestra sinistra della facciata della chiesa, andando a lambire di luce dorata il prezioso rilievo. Certo che gli architetti del tempo, per prevedere una.......finezza del genere dovevano avere una maestria ed una genialità non comune !






Riprendiamo quindi la nostra corsa verso Burgos e da lontano gia scorgiamo sullo sfondo le svettanti guglie delle Cattedrale. Entrando nelle grandi città è sempre molto caotico il procedere ed il più delle volte l'albergo del pellegrino si trova nel centro della stessa, si prende la giusta direzione e dopo circa 4/5 Km. lo si raggiunge. Mentre stiamo raggiungendo il centro , le guglie della cattedrale si fanno sempre più vicine e si stagliano all'orizzonte. Tutt'attorno alla citta di Burgos è la grande steppa Castigliana, l'attraversarla sarà nei prossimo giorni la prova di maggior volontà e fermezza per i pellegrini . Una volta raggiunto l'albergo , vengono effettuate le solite operazioni di routine, ossia la presentazione delle credenziali ed il pagamento di una piccola somma che ci permetterà di pernottare e di usufruire di tutti i servizi. Quest'oggi l'albergo è situato all'interno di un grande parco, ed è in prefabbricati di legno e tutt'intorno una robusta staccionata che ne delimita la proprietà. La mia branda è vicina all'ingresso, sulla sinistra in fondo al corridoio ci sono i servizi e le docce. Uscendo dalla camerata sulla destra un ampio spazio adibito a lavatoio ed a stendibiancheria. In sintesi la nostra giornata tipo si svolge generalmente con questo clichè : sveglia alle 5,30, sistemazione della bicicletta con bagagli annessi e connessi, cura della persona e partenza verso le 6,30. Mentre si pedala, ad intervalli di circa un'ora ci si nutre con panini, cioccolato, frutta fresca e secca e quando fa molto caldo anche con qualche birretta fresca e molta, molta acqua addizionata con sali minerali, per evitare di disidratarsi. Di solito si raggiunge la nuova destinazione verso le quindici ed immediatamente ti viene assegnato il tuo posto letto per la notte; per prima cosa una doccia che è una delle cose più piacevoli della giornata. Ci si lava i panni fradici di sudore e si stendono ad asciugare. Un breve riposo e poi sul tardi una visita alla città, alla Cattedrale ed ai vari monumenti del centro storico. Le solite foto ricordo che testimonieranno tutto quello che abbiamo visto e vissuto, e verso le venti cena in trattoria o presso qualche ristorante a buon prezzo. Il rientro è quasi sempre verso le 22, ci si intrattiene un poco con gli amici incontrati durante la giornata, ci si racconta le proprie storie e le proprie esperienze e per finire, a nanna, in attesa del nuovo impegno per l'indomani. I costi che solitamente sosteniamo per effettuare il Camino sono :



- spesa per mangiare e bere durante il giorno 4 / 6 Euro
- spesa giornaliera per dormire 3 / 5 Euro
- cena ristorante menù del dia 6 / 10 Euro
Totale 13 / 21 Euro al di' !



una miseria se penso che da noi una normale pizza da asporto costa sei Euro.

Oggi ho iniziato a utilizzare il registratorino, quanto mai non ho iniziato prima, è un gran bell'aiuto, come mi vengono i pensieri li registro immediatamente, mentre prima d'ora prendevo appunti solo alla sera , se avevo tempo e voglia ed alle volte tante cose si perdevano strada facendo. Ritornando al presente, dopo un salutare breve riposo, inforchiamo di nuovo le nostre bici per visitare il centro storico, in quanto la città essendo molto vasta , gli spazi sono enormi ed a piedi ci metteremmo troppo tempo. Burgos è una delle città più importanti della Spagna ed i tesori artistici da vedere sono innumerevoli. Anticamente Burgos, del Camino era il maggior centro di accoglienza , arrivando ad avere più di trenta Hospitales, ossia luoghi di ospitalità. E' situata a 856 m.s.m. e la sola Cattedrale merita quasi un viaggio dall'Italia, in quanto è una delle più belle d'Europa. E' una cattedrale di rara bellezza con le sue famose guglie che svettano altissime nel cielo.
Dall'albergo ci dirigiamo in collina dove abbiamo modo di osservare le antiche mura della vecchia città e più su ancora troviano un castello medioevale e da quest'altura possiamo dominare l'intera città davanti a noi. Sotto di noi la magnificenza della Cattedrale fondata nel 1221.






Ritorniamo quindi al centro storico e dopo una breve discesa raggiungiamo di nuovo la Cattedrale, che è stupenda da qualsiasi punto o prospettiva la si guardi;
















entriamo quindi ad ammirare i tesori che vi sono racchiusi ed anche per un momento di raccoglimento. Un piccolo particolare, mentre sto entrando, un corteo di numerose auto sopraggiunge , è un matrimonio, la sposa in abito bianco, una gran bella ragazza che col suo lungo strascico, si appresta a salire i gradini della chiesa. Riprendiamo la nostra corsa perchè le cose da vedere sono davvero parecchie e tantissime ne abbiamo gia viste, che il ricordarle tutte coi loro nomi è veramente problematico. Da ricordare, oltre alle numerose chiese, l'arco di Santa Maria; sembra la facciata di un castello con due torri laterali e nella parte centrale numerose statue degli apostoli e sulla sommità la statua della Vergine. Nel frattempo si è fatto tardi per cui ci fermiamo presso una trattoria che troviamo sulla piazzetta adiacente la Cattedrale, dove pranziamo all'aperto dopo aver posteggiato in un posto sicuro le nostre fidate biciclette. Domani ci sarà la prova della verità, ossia l'attraversamento della meseta [ altopiano ] e non è una cosa da sottovalutare sopratutto nell'alimentazione.






Molto importatnte anche ingerire notevoli quantità di liquidi, acqua, thè ecc. ecc. eventualmente addizionati con sali minerali, perchè rimanere senz'acqua in queste zone è una cosa da non scherzare , infatti nel mio piccolo ho avuto modo di sperimentarlo, infatti arrivare ad un certo punto del tragitto, specialmente nelle parti terminali di tappa ed il rimanere a corto d'acqua è veramente terribile , la lingua ti si blocca, la gola si secca e non riesci più a deglutire ed a questo punto si rischia molto , non sto per nulla esagerando, si può rischiare addirittura il collasso. Per fortuna a me personalmente non è mai successo ed in ogno caso posso sempre contare sul mio amico Erwin con la sua bottiglia sempre colma di limonata, può sempre risolvere la situazione. Alle volte mi capita di prendere in giro Erwin, chiamandolo braccio di ferro, perchè nei momenti critici estrae la sua bella bottiglia di limonata e dopo averne tracannata in gran quantità riparte in tromba, come in effetti faceva appunto braccio di ferro con gli spinaci. Questa sera, al nostro rientro dovrò avvertire la signora della direzione che domattina sarà nostra premura uscire molto presto perchè la tappa di domani ci è stata segnalata molto impegnativa. In serata chiamerò Anna per darle il solito resoconto e per sincerarmi che a casa tutto sia ok. C'è un particolare abbastanza curioso, giornalmente sto chiamando Anna per metterla al corrente del percorso gia effettuato, e lei regolarmente mi raccomanda di non esagerare coi Km, per cui sono arrivato ad un certo punto del percorso che io in effetti mi sono ritrovato avanti di un centinaio di Km rispetto a quanto lei pensasse. Ed il motivo è semplice, nel tratto centrale abbiamo fatto un paio di tappe di circa cento Km ciascuna, per cui ci siamo portati avanti parecchio.
Il rientro come al solito è in un orario abbastanza decente, la giornata è molto lunga ed alla sera ci sentiamo veramente provati, per cui senza perdere ulteriore tempo, ognuno si accomoda sulla propria branda. Buonanotteeeeeeeeeeeeeeee !
Buonanotte.......................................... !








Settima Tappa




Sabato 18 Giugno




Burgos / Leon




 Questa tappa è caratterizzata da diversi imprevisti per cui alla fine ci siamo fatti Km.102, di cui Km. 42 in bicicletta per complessivi Km. 452 e Km. 60 tra camioncino e treno, il tutto a causa di forza maggiore, come da resoconto più avanti.
Ho passato una notte molto agitata in quanto mi sono fatto influenzare da quanto avevo letto sulla guida e da quanto mi avevano raccontato; il pensiero andava sempre a cosa mi sarebbe potuto succedere per le successive tappe nell'attraversamento dell'altopiano, descritte come tappe terribili, senza un filo d'ombra e nel caso di una foratura sarebbero stati guai seri, per cui in conclusione ho dormito veramente poco.
Alle 5,30 stanco di rigirarmi continuamente fra le coperte e constatando che per Erwin era la stessa cosa, decidiamo insieme di levare le tende ed alle 6,30 siamo gia in sella. Anche per oggi il paesaggio è da favola, stile colline toscane, che ad osservarle da lontano, paesaggisticamente sono uno spettacolo superlativo.







Appena fuori da un bosco di betulle ci imbattiamo in una ardita discesa paragonabile quasi ad un precipizio data l'eccessiva pendenza che cosi' ad occhio, potrebbe essere almeno un 25-30 % o poco ci manca. Sono sceso come al solito in simili circostanze con la massima cautela e con un piede quasi a terra per evitare probabili cadute che potrebbero compromettere tutto il mio andare. Spesso e volentieri mi fermo, è veramente doveroso fermarsi per delle foto perchè il paesaggio lo richiede; inoltre, è una sensazione bellissima passare attraverso questi sentieri in solitudine e l'unico rumore che senti è il battistrada che fa attrito sullo sterrato e cosi' per interminabili kilometri. In questo tratto il sentiero è pressochè inondato di macchie di un rosso fuoco e d'azzurro intenso; sono coscinetti molto compatti di papaveri e fiordalisi,







una cosa strana, perchè da noi non se ne vedono più da parecchio tempo, sopratutto per quanto riguarda i fiordalisi. Ho colto alcuni esemplari di fiordaliso da far seccare per ricavarne dei semi, li porterò ad Anna che ne avrà senz'altro piacere, cosi' avrà modo di seminarli e di farli poi fiorire nelle sue gia stracolme aiule.
Stiamo viaggiando in tutta tranquillità, ma di li a poco i problemi non mancheranno. Ci stiamo avvicinando presso quello che una volta era il convento di Sant'Antonio, della chiesa originale ci sono rimaste in piedi solo le pareti ad angolo, alte fino a dieci, quindici metri e fanno quasi sensazione.







Alcune persone volonterose hanno destinato alcuni locali di quello che è rimasto, per i pellegrini di passaggio; ci fermiami a parlare un poco con loro ed anche per far opporre il timbro [ sello ] sulle nostre credenziali che ne certifica il passaggio. Appena ci rimettiamo in marcia, Erwin mi fa notare che ha la ruota posteriore leggermente sgonfia , i casi sono due, potrebbe aver preso un colpo di calore e si è sgonfiata, oppure peggio ancora, è una foratura. Risolviamo momentaneamente con la pompa, ma di li a pochi minuti siamo d'accapo. Presso un distributore troviamo un meccanico che ci da una mano per sostituire la camera d'aria, ma poi ci sono seri problemi per montare la ruota in quanto essendo del tipo Torpedo, il lavoro di montaggio potrebbe essere particolarmente impegnativo, ed il meccanico non sa da dove cominciare. Infatti dopo diversi tentativi rinuncia e ci consiglia di rivolgerci ad un meccanico ciclista, si' ma dove ? Nel frattempo si ferma a far rifornimento un furgoncino alquanto sgangherato, si tratta del buon samaritano di turno che intuendo il nostro problema si offre volontariamente di accompagnarci a Fromista da un ciclista di sua conoscenza, e si impegna a ritornare a prenderci alle 13,30 per accompagnarci. Nell'attesa che arrivi l'ora dell'appuntamento ci rechiamo presso una trattoria nelle vicinanze per un pranzo veloce. All'ora convenuta ecco arrivare il furgoncino, carichiamo velocemente le nostre biciclette e poi si parte alla volta di Fromista che dista 28 Km, solo che il negozio è chiuso essendo sabato e l'amico ci scarrozza fino a Palencia per altri 30 Km. Che persone splendide abbiamo conosciuto in questi pochi giorni; ti danno l'anima quando ti vedono in difficoltà.
A questo punto ci ritroviamo a Palencia ma anche qui il ciclista è chiuso. Per fortuna presso un bar troviamo un ragazzo volonteroso che con qualche telefonata ci trova un ciclista disponibile alla riparazione, che si trova a pochi kilometri, all'interno di un grosso centro commerciale. In breve lo raggiungiamo e nel giro di una mezz'oretta il guasto è riparato e per giunta gratuitamente. Ringraziamo di cuore questo benefattore e dopo averlo salutato a questo punto dobbiamo prendere una decisione. Io ed Erwin dopo quanto ci è successo, ci sentiamo un poco affaticati ed io personalmente non ho nessuna voglia di pernottare lontamo dal percorso tradizionale del Camino, non mi sembra il caso; il Camino mi da una certa sicurezza in quanto c'è una grande organizzazione al riguardo e a questo punto prendo una saggia decisione, metto di fronte Erwin ad una decisione ben precisa, non gli do alternativa, deve scegliere, o viene con me oppure pernotta solo qui a Palencia. Ci pensa qualche secondo e poi decide di seguirmi, anche perchè è la decisione più giusta , la scelta più intelligente. Ci rechiamo alla stazione di Palencia e prendiamo subito un treno per Leon, dove avremmo dovuto arrivare in serata se non succedeva quel che è successo. Carichiamo le nostre bici piene di polvere ed in breve eccoci a destinazione. Domani, domenica, secondo i nostri proponimenti sarà una giornata di tutto riposo, riprenderemo il nostro itinerario lunedi' mattina. Ci dirigiamo all'albergo di turno, questa volta non siamo molto fortunati nella scelta , è una struttura molto vecchia e la nostra camerata è al primo piano. In giro c'è un poco di disordine in quanto c'è un impresa sta effettuando dei lavori di ristrutturazione, per cui diciamo che va bene cosi', anzi benissimo dato che tutto è ad un prezzo irrisorio per cui tutto quello che troviamo è ben accetto ! Rammento per l'occasione una massima che trovai affissa, in una della prossime tappe, fuori dall'albergo di Orvigo e che diceva testualmente : " il cliente esige, il pellegrino apprezza "! ed è proprio cosi' , sono parole sante. Per l'amor di Dio, siamo pellegrini, non turisti, ricordiamolo. Riordiniamo le nostre poche cose , una bella doccia calda per toglierci tutto quel sudore misto a polvere e quel sudiciume che ci portiamo addosso, un poco di bucato e poi essendo sabato pomeriggio, ci incamminiamo verso il centro. Come da noi, anche qui la gente esce a passeggio, gente nei bar, nelle piazze ed in più oggi a Leon ricorre l'anniversario dell'apparizione della Madonna, per cui cortei in costume , processioni, bande musicali, mercatini e bancarelle, una festa molto bella e sopratutto molto sentita dalla popolazione. Verso sera ci troviamo un buon ristorante, anche questa volta all'aperto su una piazzetta che brulicava di gente festosa, un ottimo fritto misto e poi il rientro per il meritato riposo. Domani come detto pocanzi, sarà una giornata di riposo, io personalmente non ne sono molto convinto, vedremo cosa succederà. Nei giorni immediatamente successivi , ho cominciato a sentire dentro di me, come un senso di colpa per aver in un certo senso risparmiato quei sessanta kilometri e rotti, fatti invece in camioncino ed in treno. Secondo me, non lo dico per per mettermi a posto la coscienza , non è stato il venir meno ad un impegno, oppure una mancanza di volontà o di fermezza, ma il verificarsi di una serie di situazioni e di circostanze che hanno determinato in me un certo stato d'animo, senz'altro dettato dalla stanchezza e dollo sconforto, per cui in quel preciso momento il rientrare direttamente a Leon è stato come il rientrare da una situazione di precarietà ad una situazione di normalità e di sicurezza.







Ottava Tappa



 Domenica 19 Giugno


Leon / Orbigo Km. 40 progressivi Km. 492


Oggi siamo a Leon, città di notevole importanza storica, sia per il Camino che per l'intera Spagna; fù la capitale più importante della Spagna cristiana fino al 1300. Oggi giornata di riposo, cosi' insieme è stato deciso! Chissà quali discussioni avrò con Erwin, perchè lui veramente vorrebbe sempre proseguire. Alle cinque del mattino l'albergo comincia ad andare in fermento, i pellegrini si stanno preparando per far in modo di ripartire per le 7, orario in cui come da regolamento, bisogna lasciare libera la camerata per le consuete pulizie giornaliere. Noi abbiamo gia preparato i nostri bagagli e gia consumato una minicoloazione per cui carichiamo il tutto sulle bici e ci addentriamo nella città ancora priaticamente deserta. Le uniche persone che incontriamo sono gli spazzini che coi loro idranti dai potentissimi getti, spazzano letteralmente il suolo dal sudiciume lasciato dal popolo della notte, particolarmente zozzo; mangiano e bevono per poi abbandonare praticamente tutto a terra. Giungiamo quindi alla Cattedrale che per ora ammiriamo dall'esterno, con l'intento di ritornare più tardi ad un'ora più accettabile. Proseguendo il nostro giro turistico della città, ci dirigiamo verso un immenso viale completamente addobbato a festa con dei pallonciani multicolori






e la cosa che più stupisce è che questo immenso viale cosi' ben addobbato, ha una lunghezza di almeno tre/quattro kilometri , tutto gremito di bamcarelle, merce di ogni genere ed anche roba vecchia come i nostri mercatini. Visto il tutto e fatto qualche piccolo acquisto, ci dirigiamo nuovamente alla Cattedrale per una visita, all'interno ricorda molto il duomo di Milano, infatti possenti colonne svettano fino ad una altezza considerevole. Questa magnifica Cattedrale, dedicata a Santa Maria la Regla, come complessità della sua struttura è paragonabile alla Cattedrale di Burgos con suoi altissimi pinnacoli.






I lavori furono iniziati nel 1205, ed è a tre navate e molto ricca di gruppi scultorei; è l'opera in assoluto di maggior importanza del gotico spagnolo, fu eretta nello stesso luogo dove in precedenza esisteva una chiesa romanica. E' a croce latina ed il portico è orientato in direzione di Gerusalemme. Al suo interno spiccano su tutto, le immense vetrate che sono il vanto della Cattedrale, circa 1800 metri quadrati di superfice, che diffondono all'interno una combinazione di luci e di colori, dall'effetto molto suggestivo come mai si è visto sul Camino. Uscendo, ci dirigiamo presso Piazza San Marco, dove troviamo sulla nostra destra la Chiesa di San Marco, con all'interno delle importanti sculture ed alla nostra sinistra, quello che anticamente era un hostal con monastero , oggi è stato trasformato in un lussuoso hotel , per l'appunto Hotel San Marco, la cui facciata è ricca di preziose sculture. Nel bel mezzo della piazza, una statua bronzea di ottima fattura, dedicata al pellegrino.






Riprendiamo il nostro girovagare decidendo per una seconda e più abbondante colazione, poi a pancia piena si decide all'unanimità di proseguire, anche perchè le cose più importanti le abbiamo viste durante la mattinata, per cui è meglio proseguire. Dopo Leon troviamo lungo il percorso, Vergin del Camino, incontriamo una chiesa stilizzata, il cui campanile è sostituito da un'altissima croce, a mia stima di almeno 40/50 metri. Proseguiamo incontrando San Miguel del Camino, San Martino ed Orbigo, col suo stupendo ponte Romanico a più arcate, lungo almeno 500/600 metri.






Solita foto ricordo e un poco più avanti sulla nostra destra, l'ingresso dell'albergo del pellegrino. Entro per curiosare e l'ambiente è cosi' carino ed accogliente, che quasi m'innamoro e nel mio non vorrei muovermi da qui' fino a domattina. Sento giustamente il parere del mio compagno di Camino, il quale vorrebbe proseguire ancora per qualche kilometro, ma poi alla fine, dopo aver ben visto l'ambiente, anche lui acconsente.






Portiamo dentro le nostre bici , le solite classiche operazioni, una buona birra, una telefonata ad Anna ed un messaggio a Claudio, una buona doccia, un riposino, una cenetta con degli amici italiani conosciuti sul percorso, quattro passi per visitare il centro ed a nanna.
Questo albergo à veramente accogliente, all'ingresso un cortiletto pieno di fiori e molto verde. Ci sono delle camerette con poche persone e piu avanti un altro piccolo cortiletto con dei tavoli ed i servizi. Il responsabile è un ragazzotto sui trent'anni molto affabile e disponibile ad ogni nostra richiesta. Dopo essermi coricato per riposare, sento nel dormiveglia una dolce musichetta spagnola ed al mio risveglio ho chiesto cortesemente di poterla registrare col mio piccolo registratore, affinchè la possa poi riascoltare nei giorni a venire.





Nona Tappa

Lunedi' 20 Giugno



Orbigo / Villafranca Km.100 progressivi Km. 592



Oggi è lunedi', il cielo per il momento è sereno, sono le otto del mattino e la temperatura è molto buona, siamo sul fresco e per la colazione abbiamo deciso che la faremo più avanti verso Astorga, che dista solamente 15 km, è la prima città che troveremo strada facendo ed è situata a 873 m.s.m. E' un'importante città dell'Asturia e la sua storia è legata, come tante altre cittadine e borghi che incontriamo, al Camino, come dimostra l'esistenza in passato di ben 25 Hospitales per l'accoglienza ai pellegrini di passaggio. Seguendo il sentiero campestre che stiamo utilizzando , attraversiamo alcuni piccoli borghi e da lontano si intravedono i Montes de Leon ed ancora oltre, la Galizia. Più avanti una piccola altura da dove in lontananza si vede la città di Astorga, ed in particolare la siluette della sua bellissima Cattedrale. In breve la raggiungiamo e data l'ora mattutina la ammiriamo solo dall'esterno; questa Cattedrale è dedicata a Santa Maria , in stile gotico, è a tre navate e la caratteristica di questa chiesa è che ha due due torri gemelle , una a destra e l'altra a sinistra della chiesa stessa, e sul portale d'ingresso spiccano dei bellissimi rilievi.












Per lo stesso motivo ammiriamo dall'esterno anche il Palacio Episcopal , è una costruzione abbastanza recente molto bella a vedersi , ha le sembianze di un castello con le sue numerose torri , che sembra appena uscito da un libro di fiabe. In questo Palacio è ospitato il Museo del Camino, solo che aprono alle undici e noi per quell'ora avremo gia fatto altri 30/40 Km.







Dopo aver scattato alcune belle foto, cerchiamo una cafeteria per la prima colazione, solo che anzichè broches abbiamo trovato degli strani biscotti e nel mangiarli ci siamo accorti che erano salati, ma per due morti di fame come noi andavano benissimo. Mentre proseguiamo, cerchiamo di nuovo un meccanico, perchè la bici di Erwin non è ancora al top e nel frattempo ci dirigiamo verso Rabanal che è situata ad un'altitudine di 1200 m.s.m. Nel girigerci verso questa località, il paesaggio è letteralmente mutato, rispetto alla lussureggiante vegetazione di qualche giorno fa, qui' non ci sono culture ne alberi, ma solo piccoli cespugli ed ai lati del sentiero solo erbacce essicate al sole. Qualche cespuglio quà e là di ginestra e di papaveri. Sto incontrando parecchi pellegrini che con passo lesto si stanno dirigendo verso Rabanal, la meta odierna. Il sole per ora è leggermente velato e l'aria è fresca ed Erwin è un poco avanti ed alla sommità di un dosso mi ha atteso e mi sta facendo segno se voglio andare con lui al bar per la solita birretta. Siamo arrivati al punto che, ogni cosa che si fa, io chiedo a lui se è d'accordo e viceversa , penso che sia un segno di grande rispetto da ambo le parti ed è giusto che sia cosi' perchè nessuno deve prevalere sull'altro in quanto ognuno di noi ha una propria personalità e in quanto tale va rispettata. Da ambo i lati del santiero desolazione assoluta e cosi' per parecchi kilometri, Erwin come al solito mi precede di circa 500 metri tanto alla prima salitella lo riprendo tranquillamente. Il mio pensiero corre spesso a Santiago , ormai mancano solo circa duecentocinquanta kilometri , che con due lunghe tappe ed una un poco più breve, giungeremo finalmente a destinazione ed il sogno tanto atteso si sta per concretizzare. Dopo di che, comincieremo a pensare al ritorno, al ritorno a casa , ma per ora non pensiamoci. Sull'altura che vedo all'orizzonte ci sono parecchi mulini a vento dell'era moderna , mi spiegava giorni fa un amico spagnolo che una serie di venti di questi mulini, fornisce energia elettrica per una cittadina di circa 200.000 abitanti , il che non è poco.







Ormai è una decina di giorni che pedaliamo ed ho acquisito una una forma veramente smagliante. Io personalmente, alla sera mi sento veramente stanco , però dopo una notte di buon sonno il recupero è molto buono e le gambe è come se girassero da sole, la fatica si, si sente, ma giorno dopo giorno si riesce a recuperare molto bene. In questo momento stiamo facendo una strada secondaria ormai in disuso, che praticamente costeggia il sentiero in terra battuta, che per noi è molto più scorrevole e rende di più. Ieri mi sono regalato una grossa capasanta, che è simbolo del Camino, da applicare alla borsa e ne ho regalata una anche ad Erwin, che l'ha apprezzata molto.







Siamo ormai alle porte di Rabanal e per non perdere le belle abitudini, una breve sosta per un panino con birra. Raggiungiamo in breve la cittadina, però senza fermarci in quanto ci hanno segnalato che ci aspetta una bella salita di sette kilometri che ci porterà ad un'altitudine di 1500 m.s.m., denomitata cruz de fero. Diversamente da come ce l'avevano descritta, la salita è dolce e pedalabilissima e l'unico problema è che stiamo pedalando sotto il sole del mezzogiorno ed abbiamo gia 50 km. nelle gambe, non so se mi spiego. In prossimità del passo c'è una pietraia dove i pellegrini per tradizione, dopo aver raccolto una pietra lungo il percorso, la devono depositare sulla petraia stessa per chiedere protezione durante il lungo viaggio. Effettivamente è un' ammasso di pietre alto 5/6 metri ed in mezzo c'è un palo di cemento con all'estremità una croce di ferro.







Ci rifocilliamo e ci riposiamo prima della lunga discesa , di ben 35 Km. che ci condurrà a Ponferrada. La discesa è fantastica con manto stradale perfetto ed in un baleno eccoci arrivati, dove possiamo ammirare il maestoso castello costruito dai templari, che evoca la presenza dei leggendari monaci gierrieri che difesero le rotte dei pellegrini, dalla minaccia dei mori e sopra tutto dai banditi.







Da lontano ammiriamo un bel campanile stilizzato, solo che a questo punto siamo stanchi e sfiniti, non abbiamo più voglia di fermarci e l'unico nostro desiderio è quello di raggiungere il nostro albergo e di buttarci in branda a riposare. Durante la inebriante discesa di poco fa, sulla nostra sinistra abbiamo trovato un simpatico monumento dedicato al pellegrino in bicicletta, per cui sentendoci coinvolti, ci siamo fermati per una bella foto.







Nel frattempo gli ultimi Km. sono una penitenza, il caldo è soffocante, le gambe sono di legno, gambe e braccia che bruciano per il troppo sole, sembra che Villafranca non debba più arrivare. Pedalata su pedalata , metro su metro, finalmente con la lingua fuori, arriviamo a destinazione stanchi ma soddisfatti, nel frattempo sono quasi le diciotto ed il rifugio è come al solito un po' spartano ma molto accogliente. Incontriamo per l'occasione parecchi italiani e pranziamo con loro raccontandoci a vicenda le nostre esperienze. Una bella doccia e dopo una giornata cosi' intensa , una buona dormita non ce la toglie nessuno. L'albergo ha questa ubicazione: all'ingresso un grande cancello di legno un poco sgangherato che ne delimita la proprietà, all'interno un grande cortile sistemato alla buona, sulla sinistra il bar e la sala a mange; nella parte centrale le camere ed alla destra i servizi e le docce, il tutto molto pulito ed ordinato. Nella nostra camera con pochissimi letti abbiamo dormito solo io ed Erwin. Davanti alle camere ed ai servizi, un ampio spazio rialzato rispetto al cortile, con grandi tavole di legno con panche. La bicicletta è stata da me sistemata nella parte posteriore a ridosso dei servizi per lavastoviglie. Per domani ci aspetta una tappa veramente tosta di quasi cento kilometri.





Decima Tappa



 Martedi' 21 Giugno



Villafranca / Portomarin Km. 100 progressivi Km. 692



Sveglia alle cinque, Erwin brontola come al solito, però io non voglio prendere una cotta come ieri, per cui va bene cosi ! Una veloce colazione al bar dell'albergo, ed alle sei siamo in sella. Ci dirigiamo lentamente verso quella che è la terza asperità del Camino, il monte Cebreiro, che la parola stessa, fa paura. Prima di iniziare la salita abbiamo quindici km di strada statale completamente libera da qualsiasi traffico, perchè da quando hanno costruito la nuova autostrada , questa non viene più utilizzata. Mentre pedaliamo, abbiamo sopra le nostre teste degli enormi pilastri, sui quali scorrono le due corsie dell'autostrada. E' una delle tante mostruosità costruite dall'uomo. Appena passata questa amena visione, inizia la salita, pedaliamo con una certa regolarità e per ora la salita è tranquilla senza alcuna asperità, per cui come facciamo di solito in questi casi quando stiamo per affrontare una salita, ognuno fa per se, ossia ognuno deve saper dosare le proprie forze, altrimenti è possibile andare fuori giri, come si dice in gergo ciclistico, è possibile " scoppiare ". Per ora siamo a quota 700 m.s.m. e lo scenario è bellissimo, la pendenza gradatamente tende ad aumentare, mancano solo gli ultimi quattro kilometri e sembra che siano i più duri. Davanti a noi improvvisamente si stanno formando fitti banchi di nebbia, che per essere a metà giugno, fa quasi sensazione.







Dopo pochi minuti la nebbia si dissolve ed ecco il sole, e come per incanto si intravede il passo, però la temperatura è molto fresca per cui ci fermiamo il tempo strettamente necessario per infilarci i nostri giubbini antipioggia, per riparaci dal freddo. Ora la vetta del Cebreiro è a portata di mano, solo poche pedalate e ci siamo. Raggiunta faticosamente la vetta, è d'obbligo scattare alcune foto vicino al cartello stradale che indica l'altitudine di 1300 m.s.m.







Vorremmo fermarci per un breve spuntino, ma il percorso è ancora lungo e tante cose ancora da vedere, per cui riprendiamo scendendo piano per goderci il panorama e consultando le nostre carte, scopriamo che abbiamo ancora un colle da superare; non c'è mai limiti alla provvidenza ! In breve raggiungiamo con una certa facilità anche quest'ultima altura, dove possiamo ammirare un bellissimo monumento al pellegrino, alto circa quattro metri e posto sopra un robusto piedestallo che domina tutte le vallate circostanti che degradano quasi all'infinito, leggermente velate di nebbia.







A questo punto posso veramente affermare che le salite sono finalmente esaurite per cui fino a Santiago tutto dovrebbe scorrere come l'olio, solo qualche leggera salitella, qualche cavalcavia e null'altro, almeno cosi' si spera. Dopo aver ammirato più volte il bellissimo panorama, inforchiamo di nuovo le bici e giù a tutta birra fino a Triocastela, una discesa che facciamo tutta d'un fiato per circa una ventina di km. Quando raggiungerò l'albergo mi devo ricordare di lubrificare un pò le mie ginocchia, perchè in questi giorni le sento scricchiolare; ho portato da casa una pomata miracolosa contro gli strappi muscolari e cose analoghe. Anna, mon amour, ancora qualche giorno e poi ti potrò finalmente riabbracciare. La strada è un continuo saliscendi, sono paesini sparsi quà e là senza alcunchè di interesse, per cui proseguiamo la nostra corsa. Strada facendo spesso e volentieri ci imbattiamo in personaggi curiosi, gente che vive da sempre in questi paesini sperduti, gente semplice che si accontenta del poco che ha, ed il più delle volte non è mai uscita dal proprio paese natio. Quando ci capita di imbatterci in questi personaggi, ci fermiamo volentieri a chiaccherare, anche perchè queste persone quando incontrano dei pellegrini si fermano volentieri e ti fanno mille domande, le più impensate e noi a nostra volta facciamo altrettando, sopra tutto sul loro modo di vivere.







Ci stiamo avvicinando alla periferia di Portomarin, una cittadina di modeste dimensioni , con la sua bella chiesa dedicata a San Nicolas, che a guardarla bene mi sembra una fortezza tanto è massiccia, con a fianco un lungo porticato dove sono sistemati parecchi ristoranti che con pochi Euro, danno da mangiare ad una moltitudine di pellegrini. Portomarin in passato è stata un importante centro medioevale; oggi è situata a lato di un vasto invaso artificiale.







Anticamente la città fu sommersa dal rio Mino. Dopo la realizzazione dell'invaso / bacino lacustre, dal 1960 è stata ricostruita nell'attuale posizione , sopraelevata rispetto allo specchio d'acqua e gli antichi monumenti furono smontati, trasportati e rimontati , pietra su pietra com'erano in origine , immaginiamoci per un attimo con quale pazienza certosina. Fra questi monumenti, appunto la chiesa fortezza di San Nicolas, ad una sola navata ed un gran bel rosone sopra l'ingresso. Nel fare tutte queste considerazioni, ho tralasciato di dire che il rifugio è modesto e purtroppo al nostro arrivo è gia tutto esaurito, per cui veniamo convogliati presso una struttura adiacente, ach'essa modesta ma con tutto quanto serve per passare una notte. Sul tardi raggiungiamo la zona dei ristoranti, dove una succulenta cena ci aspetta, in compagnia dell'inseparabile Erwin e del solito ciclista solitario che spesso e volentieri ci capita di incontrare; io italiano, Erwin tedesco e quest'ultimo penso olandese, per cui non dico quali profondi discorsi possiamo tentare di fare ! Domani non si partirà come al solito molto presto, perchè sarebbe nostra intenzione effettuare solo una cinquantina di km per poter arrivare, abbastanza freschi il giorno dopo alla nostra destinazione finale, Santiago. Esaurito il lauto pranzo, quattro passi sulla piazza principale del paese e poi via a riposare, previa solita telefonata a casa che come al solito Anna mi informa che, anche senza il sottoscritto, tutto procede bene. Sarà vero ? mi devo comunque fidare, non ho altri mezzi per verificare.






Undicesima Tappa



mercoledi' 22 Giugno



Portomarin / Arzua Km. 65 progressivi Km. 757



Cielo sereno, inizialmente con un pò di nebbia. Ci siamo alzati più tardi del solito in quanto non si prevede per oggi una tappa molto lunga come negli ultimi due giorni. Vorremme suddividere la distanza che ci separa alla meta, in due tronconi, il primo di 60/70 km. ed il rimanente per l'ultimo tratto di circa 30 km. con arrivo a Santiago, sulla piazza della Cattedrale. Partenza quindi verso le 7,30 avvolti in parte nella nebbia del mattino. La strada tanto per cambiare, subito si inerpica, per cui immediatamente consulto l'altimetria della tappa e mi accorgo che partendo dal lago di Portomarin, che è a 250 m.s.m. , nel giro di una ventina di km. ci riporteremo di nuovo a circa 720 m.s.m. In questo tratto stiamo percorrendo una strada asfaltata larga circa tre metri, adatta sia per i pellegrini a piedi che in bicicletta . Per noi ciclisti c'è un simpatico cartello stradale che ci indica la giusta direzione.







Nel frattempo Erwin sta tentando di tutto per riempire al più presto gli spazi ancora liberi della sua credenziale, ed ad ogni rifugio che incontriamo, pretende che gli mettano un timbro, però non è sempre cosi' facile per cui lo vedo un poco contrariato e farfuglia qualche parola nella sua lingua incomprensibile. Come spesso e volentieri accade, stiamo attraversando dei piccoli borghi , sono agglomerati sparsi quà e là, sorti in seguito al passaggio continuo del Camino.







In questo instante, sto passando molto lentamente davanti ad un'abitazione, spingendo la bicicletta a mano, ed il motivo è questo, su un muretto a lato, un grosso cane nero, spero non abbia intenzioni bellicose, mentre gli passo lentamente davanti per non infastidirlo più di tanto, salta dal muretto, mi si avvicina, mi annusa ben bene le caviglie e le ginocchia ed insieme facciamo un centinaio di metri mentre io proseguo lentamente perchè non voglio che intralci il mio andare. Finalmente si ferma ed io tiro un respiro di sollievo, salto sulla bici ed accelero al massimo prima che cambi idea. Questa mattina dal momento che la tappa è breve, non mi sono nemmeno vestito da ciclista per cui quando arriverò farò un bel bucato. La destinazione finale ormai è a portata di mano ed è ancora un continuo saliscendi, però con salite brevi e facilmente pedalabili. Man mano che ci avviciniamo alla meta, l'altitudine scende gradatamente in quanto Santiago è a 250 m.s.m. Sulle colline che vediamo all'orizzonte spesso e volentieri vediamo giganteschi mulini a vento che sono talmente eleganti che secondo me non deturpano per nulla il paesaggio, come affermano alcuni. A questo punto è giunta l'ora della colazione e mentre ci stiamo rifocillando, in un momento di calma, comunico al mio socio, che per domani sarebbe mio desiderio effettuare tutto il percorso che ci rimane, completamente su sentiero, perchè, si è bello viaggiare su asfalto, permette di guadagnare tempo, però domani essendo l'ultima tappa , mi sembra una cosa sensata e non comporterebbe nessuna maggior fatica, rispetto alla strada asfaltata. Spesso e volentieri mi sembra di sentire degli strani rumori che provengono da chissa dove, ho sempre paura che provengano dalla mia bici ma poi aguzzo le orecchie e mi accorgo che sono rumori esterni. Stiamo entrando nella cittadina di Melide e sento gia profumo di Santiago, alla giornata di domani, riserveremo solo una trantina di km, da farsi in assoluta tranquillità ed in raccogliamento. Nel frattempo abbiamo deciso di passare la notte ad Arzua, per cui ci diamo da fare per cercarci il solito alberghetto ma purtrppo ci dicono che i posti letto disponibili sono gia tutti esauriti , peccato perchè il posto è molto bello ed accogliente e con all'interno un bel giardino molto spazioso. Il motivo è questo : nelle ultime tappe, è molto facile trovare gli alberghi esauriti perchè molti pellegrini, non avendo il tempo necessario per affrontare l'intero percorso, decidono di effettuare solamente gli ultimi cento km, aumentando di conseguenza il numero delle richieste di pernottamento nelle ultime tappe e di conseguenza esaurire presto i posti disponibili nei vari alberghi riservati ai pellegrini. Delusione sui nostri volti, però è giusto cosi' perchè come da regolamento, la precedenza e sempre per i pellegrini a piedi. Ci rechiamo presso un piccolo bar per dissetarci e per decidere con calma sul da farsi; il proprietario, sentito il nostro problema, ci indirizza presso un alberghetto per turisti normali, a circa un km. Ci rechiamo sul posto, e subito la camera ci piace e ne diamo immediatamente conferma. Una cameretta a due letti, molto confortevole ed i servizi sono una favola, avevamo proprio bisogno di un ambiente cosi' per tirarci su le ossa; dopo tante docce, oggi ho la possibilita di fare un lungo bagno nella vasca, che mi tonifica un pò, poi un buon riposo e prima di scendere riordino il mio corredo che in questi ultimi giorni l'ho un pò trascurato. Uscendo dalla camera c'è un ampio terrazzo e ne approfitto subito per fare un po di bucato, che col sole che ci ritroviamo, nel giro di mezz'ora sarà subito asciutto. Sul tardi, scendiamo al primo piano dove troviamo il bar ed il ristorante dove ordiniamo il menù del pellegrino. Come al solito molto abbondante ed il mio amico Erwin, da solo si è scolato una buona bottiglia di bianco, però onestamente devo dire che non l'ho mai visto brillo !







Raggiungiamo il centro della cittadina per i soliti quattro passi e poi senza far tardi ritorniamo sui nostri passi per un buon sonno.





Dodicesima ed ultima Tappa


Giovedi' 23 Giugno


 Arzua / Santiago de Compostela


Tempo bello, temperatura ideale per viaggiare, una giornata un poco particolare perchè ormai della nostra meta ne sentiamo il profumo, potremmo anche arrivarci ad occhi chiusi tanto è il fermento che regna su questo ultimo tratto di Cammino. La sveglia questa mattina è alle sei, con prevista partenza per le sei e trenta. Attraversiamo sentieri molto belli e pedalabili, attraversiamo a fatica anche un ampio pezzo di selciato romanico, molto ben conservato. Sulla nostra destra troviamo un'ottima cafeteria con tavolini all'aperto dove questa volta troviamo delle ottime brioches. Mentre proseguiamo ci rendiamo conto che man mano, i km diminuiscono velocemente 20.....16....... 12......, quasi ci siamo. Attraversiamo un sentiero ombreggiato dove incontriamo un curioso personaggio, un vecchio pellegrino che viaggia in compagnia di un cane di media taglia, ci fermiamo a fare quattro chiacchere con lui anche perchè parla volentieri e ci parla del suo viaggio; partito da Tolosa [ Francia ] col suo fidato cane, ha già percorso più di duemila km, gli facciamo quindi i nostri complimenti, augurandogli veramente un Buon Viaggio.






Dalla mia tabella di marcia risulta che stamo transitando sull'altura del Monte Gozo, il cui significato è monte della Gioia, in quanto i pellegrini quando arrivano al culmine di questa altura, scorgono la città di Santiago e la gioia è immensa, una gioia che non si può esprimere, è un'emozione veramente molto forte. Il sentiero che stiamo percorrendo costeggia l'aereoporto di Santiago ed io vorrei raggiungerlo per chiedere alcune informazioni circa il mio viaggio di ritorno, ma dal sentiero che stiamo facendo è impossibile. Alcuni amici mi hanno riferito che i pellegrini hanno diritto ad un considerevole sconto sul viaggio di ritorno, ed alla fine verrebbe a costare solo qualcosa in più rispetto al viaggio in treno, ma molto più comodo e veloce. Ormai i km si contano sulla punta delle dita di una mano, lungo la strada troviamo ancora uno degli ultimi cartelli che segnalano il " Camino di Santiago " , di questi cartelli ne abbiamo incontrati moltissimi sul nostro cammino, forse uno ad ogni km.
Ah, finalmente una piccola salitella ! come ci mancheranno queste salite che spezzano le gambe e non solo, ma anche questo lo sapevamo molto bene. Nei giorni scorsi avevo chiesto ad Erwin come mai non lo sentivo più lamentarsi per i continui guasti alla sua bici, e lui spiritosamente mi aveva risposto che era tutto merito di ........ San Giacomo ! In questo momento stiamo transitando vicino ad una piccola piazza con di fianco una chiesetta, la chiesa di San Marco, piccola ma molto bella con una serie di affreschi, ho pregato, mi sono ritrovato a pregare come non facevo da tempo. A poca distanza dalla chiesa, una collinetta alla cui sommità un monumento un pò originale , avente una forma di grande piramide tronca, sulla cui base superiore un sostegno costituito da due enormi anelli che sorreggono una grande croce. Questo monumento fù costruito in onore di Giovanni Paolo II, in occasione della visita pastorale che il Papa fece a Santiago nel 1989.






Stiamo scendendo da una piccola altura, un interessante punto panoramico ed ai nostri piedi ecco finalmente, dopo tanta attesa, la città di Santiago. Ultime pedalate, eureka, ci siamo, un lunghissimo rettilineo ci addentra al centro storico che si trova alla parte opposta rispetto alla città nuova. Ora, che sono finalmente giunto a destinazione, rammento le parole che qualcuno mi disse molto tempo fa ossia, che il Camino era talmente ben segnato per tutti gli ottocento km che via via si snodano dai Pirenei fino alla Galizia; a quell'affermazione ne ero rimasto un poco scettico, ma ora che l'ho portato a termine, non posso che confermarlo; è un percorso che ti accompagna quasi per mano, e che parte idealmente da Roncisvalle , attraverso la Navarra - Castiglia - Leon ed infine la Galizia e ti accompagna praticamente fino alla Cattedrale e successivamente fino a Finisch-Terrae. All'ingresso della città la foto di rito vicini al cartello stradale di Santiago.






Come in tutte le grandi città, il centro è molto caotico, ci stiamo dirigendo finalmente verso la Cattedrale; un fiume di persone la stanno raggiungendo, sono pellegrini che provengono da ogni parte del globo, per la stessa nostra motivazione, la fede, ma le ragioni possono essere diverse. Quando si parla di Santiago, alle volte puoi trovare qualcuno che storce il naso, disturbato dall'odore di incenso, in quanto il viaggio è facile associarlo ad un pellegrinaggio medioevale, e non si deve immaginare oggi il pellegrinaggio come una interminabile processione fatta di salmi e di preghiere, lungo tutto il cammino. Non lo è oggi e non lo era neppure allora; se un tempo i pellegrini erano santi uomini, mossi dalla fede, ma non tutti, c'erano anche cavalieri in cerca di nuove esperienze , regnanti curiosi ed anche poeti e sopra tutto briganti. Oggi tutto è cambiato, non si parte più alla volta di Santiago per espiare una colpa, oggi intraprende il Camino un numero sempre crescente di persone, guidate dal gusto di conoscere nuove culture, nuove genti e nuove civiltà. C'è chi viene a Santiago per prendere una decisione importante, oppure perchè dopo una vita di lavoro ha finalmente il tempo a disposizione per effettuare il viaggio, chi per un voto, per una sfida con se stesso, oppure anche per il solo gusto di viaggiare e godersi senza fretta un paesaggio unico al mondo. Dalla foga di arrivare, ho persino perso Erwin per cui mi fermo ad attenderlo. Dopo un tratto di strada particolarmente affollato, incomunciamo a vedere degli edifici medioevali e da questo momento entriamo ufficialmente nel centro storico vero e proprio; il traffico è solo pedonale, mentre le bici possono si viaggiare, a patto che non diano fastidio ai pedoni. Strada facendo, dietro di noi sento uno strano scampanellio, e voltandomi incuriosito vedo una coppia di asinelli, con un cagnolino che sta faticosamente in bilico sulla groppa del secondo asinello, che stanno tranquillamente facendo la nostra stessa strada,











guidati da un pellegrino anziano, che proviene addirittura da Roma. Facciamo quindi un pezzo di strada insieme, ci infiliamo in alcune strette viuzze ed ecco che per incanto ci ritriviamo nella grande piazza; la piazza dell'Obradoiro [ opera d'oro ] e nella sua grandiosità ci appare l'immensa Cattedrale di Santiago.






Io ed Erwin ci abbracciamo e ci congratuliamo a vicenda, è un momento di grande felicità e di intensa commozione. La Cattedrale è magnifica e per fotografarla per intero, bisogna indetreggiare parecchio, diversamante non si riuscirebbe ad inquadrarla completamente. Per il momento non entriamo, perchè per prima cosa preferiamo cercarci un alloggio. Mentre stupiti, stamo ammirando quanto ci circonda, ritroviamo per l'ennesima volta il nostro amico olandese che ci informa che ha preso alloggio presso il seminario Minor e gentilmente si offre di accompagnarci per un buon tratto di strada, per poi indicarci l'edificio salutandoci. Ci incamminiamo su una ripida salita prima di immetterci in un grande cortile e raggiungere l'istituto religioso. Passiamo dalla reception dove ci vengono assegnati i nostri letti, tutti in fila come in collegio, in effetto anni fa lo è stato, essendo un seminario. In questo luogo ci possiamo fermare al massimo per tre giorni, a cinque Euro a notte e comprende come al solito il pernottamento e l'uso di tutti i servizi. Sistemiamo i nostri bagagli, una doccia calda e raggiungiamo subito la Cattedrale. Il Camino finalmente è compiuto , l'ardua impresa è riuscita, la grande paura di non farcela si è dissolta strada facendo, ora c'è tempo solo per gioire , c'è posto solo per la felicità, la commozione ed il ringraziamento. La Cattedrale è un prodigio di fusione dell'architettura e scultura Romana con quella Barocca; entrando nella Cattedrale si rimane abbagliati ed incantati dall'opera più bella, il Portico della Gloria.






E' difficile descrivere la bellezza di questo portale d'ingresso alla Cattedrale. E' un gruppo scultoreo Romanico, cosi' eccezionale da essere definito, il monumento più completo della scultura Medioevale ed anche meraviglia dell'arte universale. E' formato da tre archi, il più maestoso è presieduto da Cristo in trono, circondato dai quattro evangelisti e da otto angeli. Leggermente più sopra, sono rappresentati ventiquattro anziani dell'apocalisse. La colonna centrale raffigura la storia di Cristo, ed è sormontata dalla statua dell'apostolo Giacomo con un espressione serena, che sostiene una pergamena con la scritta " Mi manda il Signore ". La figura di San Giacomo, sembra davvero accogliere i pellegrini che giornalmente arrivano. I cinque solchi che sono i cinque polpastrelli della mano destra, presenti su questa colonna, sono da sempre utilizzati per appoggiarvi la mano come ringraziamento e come richiesta di benedizione all'apostolo.






All'interno, percorrendo numerose navate, vi si trovano diverse importanti Cappelle, una più interessante dell'altra. Merita una particolare citazione la Cappella Mayor, posta dietro l'altare Maggiore, che conserva una statua di San Giacomo, alla quale si accede salendo una ripida scaletta in legno.











Questa statua abbigliata con vestiti e gioielli, ha un'espressione cosi' serena ed accogliente che sembra commuoversi all'abbraccio che i pellegrini usano darle come ringraziamento per l'avvenuto pellegrinaggio. Scendendo poi degli stretti gradini, si accede alla sottostante cripta dove in un'urna d'argento cesellata in stile romanico, sono contenute le reliquie del Santo.






La Cappella e l'altare Maggiore sono di una bellezza che non oso nemmeno tentare di descrivere, lo faranno meglio di me alcune foto fatte durante la Santa Messa.






Sia la Cappella che l'altare Maggiore, ricevono la luce dalla sovrastante cupola, ottagonale, dalla quale pende il Botafumeiro, che è un'enorme incensiere di ottone argentato, dal peso di circa ottanta kg che nella sua oscillazione arriva a sollevarsi dal pavimento per circa una ventina di metri, ed oscilla in modo spettacolare da una navata all'altra della chiesa, alla velocità di circa settanta km, sfiorando quasi il suolo e le teste dei pellegrini, lasciando una lunghissima e profumata nuvola di incenso. Anticamente, lo scopo di questa curiosa operazione era quello di coprire con l'intenso profumo di incenso, l'acre odore dei pellegrini, ammassati nelle varie navate della Cattedrale, reduci da settimane e settimane di cammino, fatiche e tantissimo sudore.
Tutto l'interno non è che un grandissimo museo stracolmo di opere d'arte inestimabili, che mi è veramente impossibile rammentarle nella loro totalità. Uscendo ci ritroviamo nella stupenda piazza dell'Obradoiro, situata davanti alla Cattedrale, che è il cuore pulsante di questo imponente museo vivente che è Santiago de Compostela. Questa piazza, il cui nome significa " opera d'oro " è considerata una delle più belle piazze del mondo. Ci soffermiamo stupefatti ad ammirare tutto quanto ci circonda per poi incamminarci, biciclette alla mano per delle strette viuzze affollatissime che si diramano dalla piazza. Prendiamo l'occasione per acquistare alcuni souvenir, per poi passare presso la più vicina agenzia di viaggio per prenotarmi il volo per il ritorno a casa, per il giorno 28 in quanto sia il 26 che il 27, non ci sono più posti disponibili; cosi' avrò modo di godermi qualche giorno in più questa incantevole città, unica al mondo. Sono ormai le diciotto, dedichiamo un pò del nostro tempo per la spesa, i soliti viveri di sostentamento per raggiungere sul tardi il nostro seminario per una buona doccia ed un breve riposo prima della cena. Verso le venti ritorniamo in città, questa volta a piedi e prendo l'occasione per chiamare Anna per metterla al corrente del mio arrivo, sono raggiante ! Raggiungiamo il Ristorante Manolo, consigliatoci da amici italiani conosciuti lungo il percorso. La cena è superlativa, tutta a base di pesce: zuppa di pesce, tranci di pesce con patate al forno ed insalata, birra e gelato, il tutto per sette Euro a testa. Certo che per essere dei pellegrini ci stiamo abbuffando un pò troppo, però a pensarci bene, di energie in questi giorni ne abbiamo consumate parecchie ! Un ultimo giretto in piazza che anche di sera ha un suo particolare fascino, e via verso la nostra camerata per un buon sonno.





Venerdi' 24 Giugno





Secondo giorno di permanenza a Santiago



Tempo velato, temperatura fresca, questa mattina la sveglia giustamente suona un pò più tardi del solito perchè ormai la nostra meta è stata raggiunta. La mattinata viene da noi in parte dedicata ad un pò di bucato, sarà anche l'ultimo, dopo di questo non ce ne saranno più, ci penserà Anna, lei è molto più brava di me. Ho riordinato anche il mio corredo che necessitava veramente di una buona sistematina. Riprendiamo le nostre amate biciclette per dirigerci verso il centro, dove alle 12 ci sarà la Santa Messa per i pellegrini. Strada facendo facciamo un pò di spesa ed una abbondante prima colazione, ed io come al solito con la testa fra le nuvole, ho dimenticato sulla sedia del bar il mio sacchetto viveri. Quando dopo pochi minuti sono ritornato sui miei passi, il sacchetto era gia sparito. Cosi' anche oggi ho fatto la mia opera di misericordia , spero che sia andato a qualcuno che aveva veramente bisogno. Ci dirigiamo quindi alla Cattedrale per la Messa, dove troviamo pellegrini provenienti, non dico da tutto il mondo ma da parecchie nazionalità. La Messa è in lingua spagnola ma si comprende molto bene e l'atmosfera che vi regna è toccante, e per l'occasione mi sono anche confessato; ho trovato un sacerdote spagnolo che in un primo momento avrebbe voluto che mi facessi confessare da un sacerdote italiano, ma poi con un pò di buona volontà e dopo una bella chiaccherata, mi ha dato l'assoluzione. La chiesa per l'occasione è come sempre stracolma ed a Messa terminata tutti i pellegrini si ritrovano sul sagrato con la speranza di incontrare, con una buona dose di fortuna, qualche pellegrino gia conosciuto durante le tappe precedenti.
 Ho conosciuto un folto gruppo di ragazze di Belluno e di Feltre e ci siamo fermati per un pò di conversazione. Rientriamo quindi alla nostra residenza per un riposino e verso sera di nuovo da Manolo, qualche altro piccolo acquisto di souvenir ed a nanna con la ferma intenzione per l'indomani, tempo permettendo, di recarci in bus a Finisch Terrae, per una bella escursione.





Sabato 25 Giugno



Terzo giorno a Santiago



La sveglia è stata regolata sulle sei, per ora il tempo è incerto e dopo i soliti riti del mattino, alle sette siamo gia per strada, questa volta a piedi; abbiamo messo ben al sicuro le nostre biciclette e ci stiamo dirigendo verso la stazione dei bus. Alle otto prendiamo posto su un torpedone che ci porterà a Finisch Terrae, che dista circa 90 Km. e fortuna vuole che ci stiamo andando in bus, perchè la strada è un continuo saliscendi ed in bicicletta avremmo impiegato per la sola andata un'intera giornata, meglio cosi'. A circa metà strada inizia a piovere, non possiamo lamentarci perchè da quando siamo partiti è il primo acquazzone, per cui non appena raggiunta la meta , mi reco presso un bazar per acquistare un ombrello a testa. Anche con la pioggia, prendiamo un sentiero che ci condurrà al faro che dista circa quattro Km. ed in leggera salita; raggiuntolo chiedo cortesemente al custode se ci è possibile visitarlo; mi risponde che per la visita è necessario un permesso speciale. Non è che un modo educato per dirmi che la visita al faro non la si può fare. Non importa, ringraziamo comunque e riprendiamo il sentiero intrapreso, che ha una vista impressionante sulla scogliera sottostante. Anticamente, per i Romani, la Galizia era la fine del mondo ed ancora oggi il ventoso golfo che abbraccia la punta estrema occidentale della penisola Iberica è chiamata appunto : Finisch Terrae.







Ho fatto alcune foto dalla scogliera , forse osando un pò troppo, usando comunque la massima attenzione, d'altronde per fare delle belle foto, qualche piccolo sacrificio si può anche fare.













Ritorniamo sui nostri passi, incamminandoci su un altro sentiero molto più tranquillo e più accessibile, che ci porterà fino al mare dove il coraggioso Erwin, decide di fare un bagno in una zona abbastanza pericolosa, alcuni scogli acuminati ricoperti da alghe sono parecchio scivolosi. Dopo una breve nuotata con uno stile abbastanza buono, mentre si appresta ad uscire, scivola e cade sugli scogli, ma per fortuna rimane illeso. Finito lo show, ci rimettiamo un pò in ordine e facciamo ritorno al porto dove inizia una pioggia veramente torrenziale.







Entriamo in un bar per un breve spuntino, ma sopra tutto per scaldarci perchè la temperatura esterna nel frattempo ha raggiunto i 15/16 ° . Verso le sedici il bus riparte di nuovo per Santiago, il ritorno è piacevole, ha smesso di piovere ed in un paio d'ore eccoci di nuovo a casa. Una buona doccia e come ormai d'abitudine, da Manolo per la cena. Quattro passi in centro e poi a nanna, domani si vedrà. Il nostro soggiorno a Santiago, ha avuto come riferimento il Seminario Minor , un'enorme struttura capace di ospitare fino a cinquecento persone per notte. La nostra camerata è situata al terzo piano ed all'ingresso della stessa , un lungo corridoio ed in fondo sulla sinistra i nostri letti in posizione molto tranquilla. Anche qui' abbiamo incontrato alcuni amici conosciuti nei giorni precedenti, fra i quali una ragazza australiana che aveva acquistato una bicicletta in Francia prima di partire ed ora, a Camino concluso, l'ha rivenduta prima del suo ritorno a casa. Durante il tragitto di oggi, abbiamo avuto modo di osservare vastissime foreste di Eucalipto, alberi dal fusto molto alto e slanciato e dal fogliame lucente, che vengono regolarmente piantumati in appositi vivai e successivamente collocati a dimora; il legname viene impiegato nei modi più svariati, essendo un legno abbastanza pregiato.





Domenica 26 Giugno



Quarto giorno a Santiago



Mentre pranzavamo ieri sera, Erwin mi proponeva per l'indomani di lasciare il Seminario Minor e di trasferirci in un altro albergo, che si trova nelle vicinanze del Monte Gozo nei pressi dell'aeroporto, che dista solo 5/6 Km, alfine di rimanere in un certo senso, più vicini per il ritorno a casa. Valuto la cosa che mi sembra una proposta molto sensata per cui do il mio ok. In seguito a questa decisione, la sveglia è prevista per le sette, per avere la possibilità di fare tutto con calma. Con poche pedalate raggiungiamo la nostra nuova residenza, solo che fino alle 13 il custode non potrà essere presente, però come sempre succede, troviamo persone molto premurose che ci danno una mano facendoci sistemare tutte le nostre borse in una cameretta, che sarà poi il nostro posto letto per la notte. Alleggeriti cosi' dei nostri bagagli, possiamo comodamente raggiungere di nuovo la Cattedrale per la Santa Messa Domenicale. Essendo noi parecchio in anticipo, propongo ad Erwin di recarci all'aeroporto per chiedere informazioni su come dovrò imballare la bici per il volo per Malpensa, previsto per domani. Ricevute istruzioni ed assicurazioni al rigurdo, raggiungiamo quindi la Cattedrale, entriamo in anticipo in quanto, essendo domenica si prevede un afflusso di peggerini superiore al solito. Ci accomodiamo proprio in prima fila cosi' avremo modo di vedere da vicino le complesse manovre che servono per far oscillare il Batafumeiro. Sono persone veramente abili, in genere quattro che manovrano questa enorme ...caffettiera, con una facilità tale da far meravigliare tutti i presenti !














A messa finita ci siamo ritrovati tutti sul sagrato; la piazza è gremita completamente di pellegrini, vestiti più o meno alla stesso modo e con molte cose da raccontare.






Nel pomeriggio dedichiamo un pò di tempo per l'acquisto di souvenirs da portare a casa ed in particolare il regalino per Anna, una parure in argento molto fine che comprende girocollo ed orecchini con dei pendagli finemente lavorati. Questa mattina sul sagrato, ho rivisto quel pellegrino di Roma coi suoi due asinelli che era un pò l'attrattiva del momento e molte persone lo stavano fotografando.






Ci siamo salutati e parlando, mi raccontava che è la terza volta che raggiunge Santiago e sempre in compagnia di due asinelli e del suo fidato cagnolino e strada facendo lascia gli animali presso qualche fattoria, che lungo il Camino se ne incontrano diverse. Domani sarà la mia ultima giornata a Santiago, sono veramenre strafelice di aver finalmente realizzato quanto mi ero prefissato ancora molti anni or sono, ed ora desidero solo ritornare a casa da tutti i miei cari, che per questo lungo periodo di mia assenza, ho telefonato loro tutte le sere per far si che sentissero meno la lontananza. Nel pomeriggio abbiamo poi gironzolato per le strette viuzze del centro storico e mentre ammiravamo per l'ennesima volta le bellezze della Cattedrale seduti su una panchina di granito, adiacente il grande Albergo di lusso, che una volta era un rifugio per pellegrini, il sole esce improvvisamente dalle nubi ed incendia in senso metaforico i licheni verdi-arancio che ricoprono completamente la facciata della stessa, forse la più bella chiesa barocca di tutta la Spagna. Nell'immensa piazza c'è un silenzio SPESSO di gente intenta ad ammirare questo luogo sacro vecchio di molti secoli.






Questa sera, anzichè da Manolo, ci recheremo presso il Self Services della struttura alberghiera situata sul Monte Gozo. La struttura è composta da una trentina di palazzine/dormitorio, per dare ospitalità ai numerosissimi pellegrini che giornalmente arrivano da ogni dove, per Santiago.





Lunedi' 27 Giugno



Quinto ed ultimo giorno a Santiago



Nuvole alte, temperatura 17/18 ° . Questa è veramente l'ultima giornata a Santiago, tutto finisce , l'importante che finisca bene e cosi' è stato. Tutto è filato liscio, tranne i primi due giorni, poi mi sono rifatto e mi sono preso la rivincita. Oggi sveglia alle sette, sistemazione bagagli e discesa a Santiago per l'ultimissima visita alla Cattedrale, dove mi sono fermato un pò più del solito, in raccoglimento, dove in quei pochi momenti ho rivisto tutto il film del mio viaggio, mentalmente si intende, ed ho formulato alcune preghiere di ringraziamento ed anche una promessa che sarei zenz'altro ritornato, questa volta anche con Anna, e non certo in bicicletta ! Uscendo, ci siamo impressi per l'ultima volta l'immagine della Cattedrale, che rimarrà indelebile nelle nostre menti e sopra tutto nei nostri cuori, per moltissimi anni.







Ci siamo messi di nuovo a girovagare alfine di perdere un pò di tempo, recandoci anche alla stazione dei bus per controllarne gli orari. Ho regalato ad Erwin un piccolo pellegrino in bicicletta, affinchè si ricordi, una volta a casa, del suo amico e compagno di viaggio, Giuseppe; lui ha contraccambiato con un bel piattino da muro, raffigurante la Cattedrale. Esauriti i vari souvenirs, ritorniamo alla fermata del bus ed alle 16,30 precise, eccolo puntuale. Baci ed abbracci, è veramente un momento di intensa commozione, ci salutiamo dopo quindici giorni insieme e ambedue, abbiamo gli occhi lucidi. Non appena il bus si ferma, carico la bici nel reparto bagagli ed in pochi minuti raggiungo l'aereoporto, sistemo le mie poche cose e mi dirigo verso gli uffici di AirEurope, e qui' per incanto iniziano i guiai. Mi avevano assicurato che in aereoporto c'era la possibilità di imballare la bici con del cellophane, ma in effetti questo servizio non esiste. Noto alcuni pellegrini intenti ad imballare le loro bici con dei cartoni con la scritta " Iberia ". Chiedo al responsabile AirEurope se non è possibile avere un simile imballo, ma mi risponde non troppo convinto che bisogna richiederlo all'ufficio Iberia; evidentemente fra di loro, per ragioni di concorrenza, i rapporti non sono proprio idilliaci. Faccio quindi regolare richiesta, ma un burbero funzionario boccia immediatamente ed in malo modo la mia pur cortese richiesta; purtroppo, esaurito il Camino, anche i soliti buoni samaritani si sono dileguati come neve al sole ! Faccio presente al solerte funzionario che durante i quindici giorni di faticoso Camino, ho spesso incontrato gente meravigliosa, che mi ha aiutato in mille modi anche senza farne esplicita richiesta, per cui pensavo di avere anche da lui un piccolo aiuto, ma purtroppo mi sbagliavo. In un certo senso l'ho provocato, però non c'è stato modo di smuoverlo. Gli ho gentilmente indirizzato una serie di parolacce e me ne sono andato. Con mezzi di fortuna sono riuscito ugualmente ad imballare la mia bici, che per tanti giorni è stata la mia compagna di viaggio , non mi ha mai tradito , nemmeno un minimo guasto , una foratura, nulla di nulla. A lavoro ultimato, ho mostrato il tutto al funzionario di turno il quale mi ha tranquillizzato dicendo che andava benissimo, e mi assicura che domattina ne curerà personalmente l'imbarco. Mentre sono in sala di attesa ed ho parecchio tempo a disposizione, sto scorrendo velocemente il mio diario di bordo, tappa per tappa ed è una cosa piacevolissima rivedere mentalmente tutti i luoghi, le situazioni, le emozioni provate durante lo svolgimento dell'intero percorso. E' veramente gratificante rammentare ogni cosa, ogni situazione, ed al mio ritorno vorrei sviluppare al meglio questi piccoli appunti e batterli inizialmente a macchina e magari, un domani inserirli anche su computer, corredandoli di numerose immagini. Sarà senza dubbio un gran bel ricordo del Camino, ed il tutto rilegato come i miei precedenti e numerosi racconti di viaggio. Nel frattempo è quasi mezzanotte, vorrei richiudere gli occhi per riposarmi ma non mi fido, è troppo pericoloso.





Martedi' 28 Giugno



Il ritorno



Mentre sono in sala d'attesa, aspettando che aprano gli uffici della compagnia aerea che espleterà tutte le formalità del volo, il tempo scorre abbastanza velocemente. Ho parlato con Anna e Claudio qualche ora fa avvertendoli del mio imminente rientro, Anna però è convinta che io rientri il 29 mattina ed in treno, questo perchè è mia intenzione farle una sorpresa, arrivando questa sera stessa, e se mi riesce farò l'ultimo tratto Malpensa / Castronno, tranquillamente in bicicletta, dato che sono solo una decina di Kilometri. Dopo tanto attendere, finalmente arrivano le 6,30, l'imbarco avviene in perfetto orario, però il volo avrà luogo solo verso le sette ma non importa. Il volo è tranquillo ed in pochissimo tempo l'aereo atterra a Madrid, dove dovrò attendere parecchio prima di ripartire col volo successivo. L'aereoporto è grandissimo e molto più di Malpensa, sgranocchio un buon panino e mi accomodo in sala d'attesa. Dato che ho parecchio tempo a disposizione faccio un giretto per i numerosi e lussuosi negozi, notando certi prezzi da far paura. Trovo anche il tempo di rinfrescarmi un pò alla toilette e di farmi addirittura la barba, perchè essendo ormai bianca, si nota subito e sta anche male. Nell'attesa del nuovo imbarco previsto per le 14,20, il tempo non passa mai, dovrò cercare di inventarmi qualcosa per far passare il tempo un pò più velocemente ed ogni tanto mi faccio un giretto e poi di nuovo in sala d'attesa. Finalmente l'imbarco, questa volta però non sono vicino al finestrino come il volo precedente, sono seduto di fianco ad una giovane signora con una bambina piccola in braccio, di circa sei anni e parlando con lei vengo a conoscenza che la signora, anche se giovanissima, ha intrapreso parte del Camino, circa 200 Km. con marito e ben sei figli di cui cinque maschi e una femminuccia, dai sei ai quindici anni. Questa bella famigliola viene da Cuneo ed alla Malpemsa ha lasciato il pulmino per il loro ritorno a casa. Complimente veramente ! Anche questo volo è molto breve e della massima tranquillità ed in pochissimo tempo l'aereo atterra dolcemente sul suolo amico. Saluto la bella famigliola e sento subito aria di casa mia. Nel giro di pochi minuti metto in condizioni la mia povera bici, che sarà stata sballottata a dovere, di riprendere il cammino per l'ultimo viaggio, per il definitivo ritorno a casa. Mentre transito dalla zona ritiro bagagli e mi immetto nel salone dove il pubblico attende i parenti in arrivo, come esco con la mia bicicletta sento uno scroscio di applausi a me indirizzato che mi hanno fatto veramente piacere, forse perchè hanno visto che sono un pò vecchietto e mi hanno voluto rincuorare ? Sono ormai le 17,30 ed il caldo è soffocante; parto comunque di gran carriera, passo Cardano, Besnate ed Albizzate, e qui' avrei voluto passare a salutare nonna Luigia, ma sudato come sono, preferisco proseguire verso casa prima che, vedendomi in questo stato, data l'età possa avere qualche malore. Finalmente a casina, entro nel cortile deserto, posteggio la bici davanti a casa. Mi introduco furtivamente in casa mia, la porta è aperta ed Anna sta facendo la doccia , non mi faccio vedere; salgo da nonno Piero e trovo Ljuba in cucina , entro in camera del nonno ed il nonno non c'è ed il letto è in ordine. Ho avuto un attimo di paura, per un momento ho pensato al peggio. Poi Ljuba mi ha tranquillizzato spiegandomi che nonno Piero è stato ricoverato qualche giorno fa all'ospedale per i suoi soliti disturbi. Scendo di nuovo in casa ed Anna, uscita nel frattempo dalla doccia è ancora ignara di tutto. Apro la porta del bagno e mi intravede e grande è la gioia e la sorpresa nel vedermi. Baci ed abbracci a non finire dopo una cosi' lunga lontananza, avremo tante cose da raccontarci. Le ho consegnato subito i suoi regali acquistati a Santiago, che le sono piaciuti tantissimo. Cosi' dopo ben diciotto giorni sono di nuovo ritornato nella tranquillità di casa mia . Sono stati diciotto giorni meravigliosi, terribili, bellissimi che mi rimarranno impressi per sempre, per tutta la vita.





Conclusioni e riflessioni sul Camino di Santiago de Compostela





Il Camino di Santiago si può paragonare ad un lunghissimo corridoio preferenziale, protetto da resto del mondo, il tutto ti indirizza verso Santiago. Le " flexa amarillos " ti indicano sempre la giusta direzione, la trovi in ogni luogo, è dipinta sulle pietre, sull'asfalto, sui marciapiedi, sui muri delle case, sugli alberi, ossia su qualsiasi cosa, ed anche quando non la trovi, guardando meglio.................... ! E poi la classica conchiglia, i pilastri, i cippi, tutto ti indirizza e ti porta a Santiago. Quando poi si entra in una grande città, i segnali diventano centinaia e riguardano tutti, non solo i pellegriuni. Nelle città che si incontrano lungo il Camino, vi si trovano numerosi centri d'arte, di storia, d'architettura, che diventano un piacevole intermezzo ai giorno di soli sentieri e di marce in solitudine. Le principali città tipo Pamplona, Burgos, Leon, dove si raccolgono di solito le energie e si fa il pieno di quella confusione che ci è abituale nelle grandi città, per poi sprofondare di nuovo nei lunghi ed interminabili silenzi e solitudine dei giorni che seguiranno. Saranno le tappe della Meseta [ gli altipiani ] coltivati sopratutto a grano, dove lo spazio ed i pellegrini che la attraversano sono le uniche cose esistenti per ore ed ore. Partire da soli spesso è meglio, come è capitato al sottoscritto, però poi si ha modo di incontrare tanta gente e se poi si ha la fortuna di incontrare e saper scegliere persone che hanno più o meno le tue caratteristiche, il gioco è fatto ed il proseguire diventa meno monotono. Ho avuto modo di parlare con parecchie persone che avendo gia fatto l'esperienza del Camino e tutte quante consigliavano di partire preferibilmente da soli, i compagni te li scegli tu strada facendo, ed in effetti è vero ! Ancora pianura, lunghissimi tratti prima di incontrare paesi deserti, sono il segno che ci stiamo avvicinando alla meta, e la meta non è Santiago, ma la fine di ogni singola tappa. I paesi che trovi lungo il Camino sono ospitali e disponibili fino all'inverosimile. Negli alberghi ci si ritrova sempre coi pellegrini di diverse nazionalità e si parla un mixer di diversi idiomi, comprensibile perfettamente da tutti. Ci si racconta la giornata, si ride delle difficoltà incontrate durante la giornata e sono molte. Si è tutti vestiti più o meno alla stessa maniera, non c'è modo di arrivare primi oppure ultimi per quanto veloce tu vada, c'è sempre qualcuno davanti a te e qualcun altro ancora dietro. Ed in alcuni momenti, la felicità può essere una buona birra ghiacciata bevuta a piccoli sorsi, per ricaricarsi e riprendere la corsa fino a nuova destinazione. Quando ormai il nostro fisico si è abituato agli sforzi giornalieri, che si protraggono da una decina di giorni, senti il profumo della meta più ambita e cominci a scorgere qualche bel cartello tipo " Santiago 100 Km " , da questo momento in poi, tutto diventa più facile , le energie come per incanto ritornano, le torri della Cattedrale di Santiago cosi' alte per essere viste da molto lontano sono pronte ad apparire ai tuoi occhi. Il sogno tanto atteso si sta concretizzando. Ora che la meta è quasi raggiunta, mi piacerebbe un giorno, a Dio piacendo, poter percorrere il medesimo Camino, e questa volta assolutamente a piedi, ed il motivo è semplice. Con la bicicletta è stato bellissimo, ma come dicevo in una lettera al mio amico Giandomenico di Faenza, con la bici i contatti umani ci sono, non c'è dubbio, ma sono molto superficiali e fatti di incontri, scambi di poche fase di circostanza, mentre facendolo a piedi puoi incontrare molte più persone di diverse nazionalità e si ha modo di conoscersi meglio , ossia il contatto non è solo epidermico, ma è condividere una porzione della tua giornata con chi ti sta a fianco, con chi sta percorrendo parte del Camino in tua compagnia. Al di la di questo mio desiderio, ho promesso ad Anna e di solito le promesse le mantengo, che mi piacerebbe far conoscere parte del Camino anche a lei. Le possibilità di farlo ci sono e sono diverse; una potrebbe essere di fare degli spostamenti da città a città coi servizi pubblici e poi visitare tranquillamente le città, seguendo le classiche " flexas amarillos ". Le idee ci sono, la voglia anche, chi vivrà vedrà !!!!!!!!!!!!!!!

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Polvere, fango, sole e pioggia è il Camino di Santiago
migliaia di pellegrini e più di mille anni
pellegrino, chi ti chiama ? che forza misteriosa ti attrae ?
ne il campo delle stelle, ne le grandi Cattedrali
non è la brava Navarra, ne il vino della Roja
ne i frutti di mare galiziani, ne i campi castigliani
pellegrino, chi ti chiama ? che forza misteriosa ti attrae ?
ne le genti del Camino, ne le usanze rurali
Non solo la storia e la cultura, ne il gallo della calzada
ne il palazzo del Gaudi, ne il castello di Ponferrada
tutto ciò vedo passando ed è una gioia vedere tutto
ma la voce che ti chiama la sento molto più nel profondo
la forza che mi spinge, la forza che mi attrae
non so spiegarla neanch'io, solo Lui lassù lo sa !

[ Enrique Garibay ]






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