giovedì 10 agosto 2000

cronaca di una giornata davvero......speciale !

































GIOVEDI' 10 AGOSTO 2000(

salita allo s t e l v i o

dal versante più spettacolare



Era dall'agosto1995, data della mia prima ascesa allo Stelvio, dal versante più accessibile, ossia dal versante di Bormio che praticamente mi era rimasta la voglia di salire dal versante opposto, ossia dal versante di Trafoi, molto più impegnativo e sopra tutto molto più spettacolare. Avevo provato negli anni scorsi a contattare qualche amico ciclista alfine di coinvolgerlo e poter fare la gita in compagnia, ma evidentemente sono destinato ad effettuare queste mie piacevoli escursioni completamente solo. Secondo il mio modo di pensare, sono arrivato alla conclusione che questo mio modo di viaggiare in bicicletta, non è molto sentito dalla maggior parte degli appassionati di bicicletta. Generalmente, per quello che posso sapere, i ciclisti preferiscono la corsa pazza a tutta velocità alle escursioni, dove hai modo di assaporare in pieno il paesaggio che ti circonda e, perchè no, chiaccherare con la gente che incontri, che ti ferma e ti fa mille domande !
Comunque, anche quest'anno all'avvicinarsi della bella stagione, mi ritorna la voglia di.................... Stelvio. Sento in giro qualche amico, ma purtroppo anche questa volta ognuno ha i suoi problemi e le risposte sono poco rassicuranti. Non mi perdo d'animo e in pochi giorni mi organizzo. Preparo tutto l'occorrente per un'uscita di un paio di giorni ed aspetto pazientemente che il tempo si stabilizzi al bello. Dopo aver consultato su internet la stazione meteorologica del Passo, decido di tentare per giovedi in quanto secondo le previsioni il tempo dovrebbe migliorare.
L'amico Luigino Sciarini, in occasione di una visita da me fatta a casa sua alcuni giorni prima di partire, mi ha invitato a pernottare presso di lui a Bormio dove si troverà in vacanza, cosi' potrò recuperare le forze e all'indomani fare ritorno a casa. Finalmente ecco il giorno fatidico, decido di partire molto presto in modo da trovarmi già al passo verso le 8,30 ed effettuare il tutto con la dovuta calma.
Infatti, parto verso le cinque, minuto più minuto meno, l'aria è frizzante, in un baleno raggiungo Como, passo Lecco e Colico praticamente deserte. Il traffico per ora è quasi inesistente. In prossimità di Sondrio le cose cambiano, il traffico sulla statale si intensifica sopra tutto a causa dei mezzi pesanti. Dopo un po' di coda eccomi a Bormio, una buona prima colazione al solito bar e via.
La giornata è limpida e soleggiata e molte auto si apprestano ad iniziare la salita. Purtroppo siamo nel periodo centrale di Agosto e la gente col bel tempo si sposta volentieri. Come arrivo al passo pressochè deserto, posteggio la mia pandina e mi organizzo per la grande impresa che per me è veramente tale; una salita cosi' tosta , veramente non l'ho mai affrontata in vita mia ! Mille pensieri mi assillano, mi chiedo se l'allenamento a cui mi sono sottoposto durante gli ultimi quindici giorni sia veramente sufficiente, comunque ormai è troppo tardi per recriminare, vedremo, al limite la farò a piedi. Preparo la bici, mi ci vuole un po' di tempo per equipaggiarmi e poi inizio timidamente i trenta Km di discesa che mi separano dal passo a Spondigna, da dove praticamente inizierà la mia risalita.
La discesa è spettacolare e la effettuo proprio ad andatura da passeggiata, primo perchè fa un freddo cane, secondo perchè voglio assaporare il paesaggio che è veramente superlativo. Vado talmente adagio che evito di mettermi il casco e la discesa è interminabile, è una serie ininterrotta di ben 4 8 tornanti che si susseguono uno dopo l'altro e specialmente i primi sono vicinissimi in quanto la pendenza del tratto iniziale è veramente molto alta. Mentre scendo mi sembra quasi impossibile che siano solo le nove del mattino e trovo già parecchi ciclisti che stanno terminando la salita, con tutta probabilità sono quelli che partiti da Spondigna, magari verso le sette, dovranno poi fare ritorno, mentre io sto facendo la strada inversa. La discesa sembra non debba mai finire, anche perchè trenta Km sono veramente tanti. Mentre scendo penso che tutta questa strada la dovrò fare in salita e incomincio a preoccuparmi un po, comunque sono venuto proprio per questo. In prossimità di Trafoi incontro un ciclista fermo sul bordo della strada che sta prendendo fiato, più o meno della mia stessa età , mi fermo per chiedere informazioni circa la salita che lui ha già intrapreso. Mi dice che per Spondigna la strada scende ancora per circa una decina di Km ed a quel punto scherzando gli chiedo se non fosse il caso che io giri la bici e ritorni da quel punto, ma lui giustamente me lo sconsiglia in quanto la salita non sarebbe completa e per essere corretti fino alla fine, saluto e proseguo lungo la discesa. In un baleno sono a Spondigna, sistemo le mie cose, butto giù un po di viveri di conforto, mi disseto, mi concentro un attimo e riparto. Sono ormai le undici, i primissimi Km direi che sono una passeggiata, la strada sale dolcemente, molti villeggianti sono per la strada, in giro c'è aria di ferie e di vacanza. In un attimo mi trovo a Prato alla Stelvio, sullo sfondo domina la scena, sulla sinistra il ghiacciaio dell' Ortles nella sua immensità. Proseguo in direzione Ponte allo Stelvio e qui' debbo dire che inizia la vera salita, strappi impegnativi sino al 10% si alternano a tratti più tranquilli.
Il panorama via via che si sale si fa più maestoso ed a Trafoi transito al quattordicesimo km e la vista si apre  sulla cima dell' Ortles che sembri si tocchi con mano.
Mi fermo più volte per una foto ricordo e per mangiare, da questo punto la strada non concede più tregua,  salgo con passo lento e regolare  e con fatica arrivo al ventesimo km. (Praticamente ora non mi rimangono che gli ultimi 18 tornanti, circa sette kilometri che sono paesaggisticamente i più spettacolari ed è il tratto che maggiormente esalta qualunque ciclista che si cimenti in questa impresa. Il paesaggio ora è decisamente alpino, la gevetazione è praticamente scomparsa per lasciar posto a rocce e ghiacciai. Gli occhi fanno come a ping pong, un attimo sul ghiacciaio ed un attimo rivolti al Passo, alla meta.
Tornante dopo tornante, lo sforzo in questo momento è al massimo ed i km si fanno sentire, eppure il passo è sempre li' davanti a tè quasi a portata di mano.
Gli ultimi Km li faccio con la forza della disperazione, sai che ormai sei alla fine e dai tutto quello che ti rimane; finalmente ecco il ventottesimo Km, sono praticamente alla fine, raggiungo con poche pedalate il Passo, aria festosa, negozi, bancarelle e bar pieni fino all'inverosimile, sono le 15, sono stanco ma felice. La solita foto ricordo presso il monumento del Campionissimo, del grande Fauto Coppi e spedisco qualche cartolina. Un breve riposo e riparto verso Bormio. Il traffico è molto intenso e rimango per più di un'ora bloccato nel centro di Bormio, per cui decido seduta stante di proseguire verso casa, in quanto ho perso troppo tempo e se andassi dall'amico Luigino, arriverei troppo tardi e dato che sono ospite non mi sembra molto corretto da parte mia. Passato Bormio il traffico si normalizza ed in breve mi ritrovo a casa .
A pensarci bene non mi sembra vero, mi sembra quasi un sogno che in una sola giornata ho fatto cosi' tante cose, Rè Stelvio compreso !
f i n e

1 commento:

  1. EXCELENTE BLOG!! Soy de Argentina, pasate por el mio, saludos.

    www.chgandolfo.blogspot.com

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